Un uomo per 5 ore, dalle 22 alle 3 della notte, ha tenuto in scacco a Gela il quartiere Scavone sparando dal balcone contro i passanti e contro i poliziotti, con i quali ha ingaggiato un conflitto a fuoco nel quale ha perduto la vita. Si tratta di un disoccupato di 42 anni.

L’uomo si era barricato nell’appartamento al primo piano di una palazzina popolare, dove abitava con i genitori. In preda a un raptus, imbracciato il fucile da caccia, si è affacciato al balcone sparando sulla gente. Quando è intervenuta la polizia, avvertita da numerose telefonate, ha continuato a sparare anche contro gli agenti delle volanti. Dopo vari tentativi di farlo desistere e di riportarlo alla ragione, ha ripreso a sparare ancora, colpendo al viso uno degli agenti che ora rischia di perdere un occhio.

Gli altri poliziotti, a quel punto hanno risposto al fuoco, ferendolo a morte. Quindi l’irruzione nella stanza e i soccorsi, ma per Licata non c’é stato nulla da fare: è morto subito dopo. Per l’agente ferito, i medici dell’ospedale di Gela hanno disposto il suo trasferimento al “Garibaldi” di Catania. La prognosi è riservata. L’indagine sui fatti della scorsa notte è diretta dalla procura della Repubblica del tribunale di Gela. Aveva una strana ossessione il 42enne: era convinto che gli avrebbero sequestrato la macchina. Lo raccontano alcuni vicini di casa, i quali dicono che ieri pomeriggio l’uomo era stato in ospedale, accompagnato dalla madre, perché si sentiva male. Ma una volta al pronto soccorso, avrebbe rifiutato le cure. Tornato a casa, l’uomo – che lavorava saltuariamente come bracciante o come manovale nell’edilizia – ha imbracciato il fucile da caccia tenendo in ostaggio il suo quartiere per 5 ore. Abitava con i genitori – la madre, 70 anni, e il padre di 74, invalido – al primo piano di un palazzetto con quattro elevazioni.

I vicini lo descrivono come un tipo taciturno, un po’ irascibile ma non violento. Durante la sparatoria la madre è scappata da casa, mentre il padre, invalido, è rimasto nell’appartamento. Sarà sottoposto ad un delicato intervento chirurgico l’agente ferito a un occhio. Il poliziotto, 47 anni, che è vigile e cosciente, si trova adesso ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurochirurgia traumatica dell’ospedale. L’intervento servirà a rimuovere il proiettile – che è entrato dallo zigomo destro ed è incastrato nella zona tetto orbitaria del cranio – in modo da evitare una infezione alla parte più esterna e più spessa delle meningi. All’intervento assisterà un chirurgo oculista che dovrà decidere se riparare il globo oculare danneggiato o asportarlo.

 

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