Beni immobili e disponibilita’ finanziarie per 9 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Roma che ha notificato a quattro componenti del Consiglio di Amministrazione di un Consorzio di Cooperative Edilizie e di una societa’ Cooperativa la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare i rispettivi uffici direttivi.
I quattro, unitamente ad un altro consigliere di cooperative, sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato e di Enti Pubblici nonche’ per concorso in corruzione di funzionari del Comune di Roma e della Regione Lazio (ancora da identificare). Lo scorso 28 novembre fu effettuato un sequestro preventivo di 326 immobili. Numerosi inquilini avevano denunciato, attraverso un sindacato di categoria, una serie di anomalie nella stipula dei contratti di locazione degli immobili realizzati anche grazie a finanziamenti pubblici e che avrebbero dovuto essere affittati a canone agevolato a soggetti rientranti in particolari categorie protette. In realta’, sin dai primi approfondimenti era emerso che agli inquilini erano stati applicati canoni di locazione di gran lunga superiori a quelli previsti dalla normativa di settore. Dalle indagini e’ infatti emerso che i prezzi di cessione ed i canoni di locazione erano notevolmente superiori a quelli previsti dalla normativa di settore, in quanto non decurtati dell’importo dei contributi regionali per milioni di euro erogati per le specifiche finalita’ assistenziali. Di conseguenza, gli inquilini (fasce di categorie di popolazione protette come, ad esempio, persone con piu’ di 65 anni, giovani coppie e famiglie a basso reddito) sostenevano sistematicamente canoni di affitto in linea con quelli di mercato, sterilizzando in tal modo le finalita’ previste dai contributi pubblici. La differenza fra gli importi dei canoni di locazione corrisposti e quelli correttamente rideterminati, pari a 1.434.272 euro, sommata al contributo regionale percepito, pari a 7.604.517 euro, per totale di oltre 9 milioni di euro, rappresenta il quantum dell’indebita percezione ad opera del Consorzio e della Cooperativa, ai danni del Comune di Roma, Regione Lazio ed singoli conduttori. Gli indagati devono anche rispondere dell’accusa di concorso in corruzione per aver dato danaro o altra utilita’: a funzionari del Comune di Roma Capitale (ancora da identificare) preposti all’istruttoria ed alla verifica delle pratiche di concessione, per procedere al calcolo dei prezzi massimi di cessione degli alloggi senza procedere alla decurtazione del contributo regionale percepito dalle cooperative edilizie; a funzionari della Regione Lazio (ancora da identificare) preposti al controllo e verifica dei Quadri Tecnici Economici presentati dalle cooperative, nonche’ alla concessione del relativo contributo, al fine di non procedere all’effettuazione dei controlli e delle verifiche di competenza.