La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato la sentenza che in appello aveva visto due condanne per l’omicidio di Andrea Tartari, 35enne gommista bolognese ucciso la notte del 20 luglio 2008 a Porto Corsini, sul litorale ravennate, con sei coltellate, di cui quattro in zona cardiaca, per una banale lite innescatasi in strada attorno a un’auto parcheggiata sotto l’abitazione dei due imputati.

Si tratta dei fratelli Salvatore e Giovanni Vertone, oggi di 44 e 41 anni, originari di Mondragone (Caserta) ma da tempo residenti sulla riviera romagnola, per i quali i giudici della Suprema Corte, come chiesto dalla Procura Generale – secondo quanto riportato dalla stampa locale – pur confermando il resto, hanno escluso l’aggravante dei futili motivi e hanno rinviato di nuovo tutto alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. In primo grado, il 29 ottobre 2009, la Corte d’Assise di Ravenna aveva condannato Salvatore, indicato come esecutore materiale dei fendenti, a 24 anni e otto mesi di reclusione. E Giovanni, che secondo l’accusa tenne stretta la vittima da dietro, a 22 anni e otto mesi. Il Pm Roberto Ceroni aveva pero’ chiesto l’ergastolo per entrambi. Pena che in appello, alla luce della contestata aggravante, era scattata per Salvatore. Mentre per Giovanni era stata confermata la pena. In Cassazione ci si era arrivati dal ricorso della difesa (avv.Paolo Trofino del foro di Santa Maria Capua Vetere). La Procura, a differenza del primo grado, aveva invece deciso questa volta di non ricorrere. L’avv. Antonio Gambetti del foro di Bologna – parte civile per conto della fidanzata della vittima, Katia, testimone oculare del delitto – si e’ detto ”molto deluso” dalla sentenza, sebbene l’impianto accusatorio sia stato sostanzialmente confermato. Inoltre, secondo quanto riferito dal legale, ignoti hanno urlato frasi contro la presenza di Katia in udienza, tanto che la giovane e’ uscita accompagnata dalle forze dell’ordine.

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