Sette ore in viaggio attraverso il Piemonte per trovare un ospedale per il parto prematuro di due gemelli, ma uno dei piccoli, Aurora, non ce l’ha fatta: è morta ad Alessandria.
La mamma era stata trasferita lì in ambulanza da Domodossola: un viaggio di 170 km, complicato dall’assenza della Stam, il mezzo del servizio trasporto assistito materno. Era stata portata ad Alessandria per l’impossibilità di altri ospedali a riceverla. Sta invece meglio il gemello Cristian. L’assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera, riferirà in commissione, dopodomani, sul caso della neonata morta dopo un viaggio di 170 km in Piemonte delal madre partoriente. Lo rende noto il consigliere regionale della Lega Nord, Michele Marinello, autore di un’interrogazione urgente all’assessore. “Quel che è successo è inaccettabile e sconvolgente – dice Marinello – c’è la necessità di avere in tempi rapidissimi risposte sul funzionamento dei protocolli per la gestione delle emergenze legate ai parti e sul perché al Dea di Domodossola non fosse presente un’ambulanza Stam, necessaria per il trasporto di partorienti in situazioni critiche”. “La sensazione – prosegue il consigliere del Carroccio – è che le procedure per la gestione delle emergenze di questo tipo, a prescindere dalle sorti del punto nascite, siano inadeguate. In ogni caso – aggiunge Marinello – qualunque tipo di riorganizzazione non può prescindere dal fatto che devono essere sempre e in ogni condizione garantiti ai pazienti il massimo dell’efficienza e della sicurezza. Non è possibile che le sorti di un servizio come quello di Domodossola sia nelle mani di un tribunale. La Regione deve fare la sua parte e casi come quello accaduto in questi giorni non devono mai più ripetersi”.