Lanfranco Cirillo è latitante a Mosca e non ha alcuna intenzione di tornare in Italia. È conosciuto come l’architetto di Putin e di altri 44 oligarchi e su di lui, imprenditore, pende un mandato d’arresto in carcere firmato dalla procura di Brescia nell’ambito di un’inchiesta per reati fiscali. «La Russia è la mia casa. Qui ho il mio lavoro, i miei interessi e le mie principali relazioni. Al momento non ho motivo, e neppure desiderio, di rientrare in Italia, visto il trattamento che mi è stato riservato», ha detto Cirillo all’Ansa. Nei mesi scorsi a Cirillo sono stati sequestrati 140 milioni di euro. Il 23 febbraio davanti al tribunale di Brescia inizierà il processo a suo carico e per la giustizia italiana Cirillo è latitante. Abitazioni di lusso, conti correnti, denaro contante, gioielli, opere d’arte moderna e contemporanea di autori famosi e persino un elicottero. Sono questi alcuni dei beni sequestrati – per un valore di 141 milioni di euro – dalla Guardia di Finanza di Brescia. Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Brescia si sono focalizzate inizialmente su un elicottero immatricolato in Russia – per il quale non erano stati assolti gli adempimenti di natura doganale – che ha fatto emergere un presunto caso di fittizia residenza all’estero. In particolare, il professionista è indagato in quanto non avrebbe dichiarato redditi per decine di milioni di euro dal 2013 al 2019, «pur mantenendo in Italia il centro dei propri interessi familiari, affettivi ed economico-patrimoniali», a dire degli inquirenti. «Mi è stato detto che non avrei neppure la possibilità di prendere un aereo per venire in Italia, perché è stato diffuso un mandato Interpol nei miei confronti, addirittura una red notice, normalmente riservata a terroristi e narcotrafficanti» ha sostenuto Cirillo aggiungendo poi che «non riesco a capire due cose. Primo: a che cosa serve un mandato Interpol, che come tutti sanno è lo strumento per ricercare nel mondo una persona, quando l’autorità giudiziaria italiana non ha nessun bisogno di cercarmi perché sa benissimo che mi trovo a Mosca e conosce perfettamente il mio indirizzo; secondo: perché è stato chiesto un mandato Interpol e, invece, non viene chiesta la mia estradizione in Italia, attraverso la ordinaria procedura prevista dalla legge, che consentirebbe di conoscere quali sono le contestazioni che mi riguardano e i documenti su cui si fonderebbero. È un trattamento ‘speciale’ – ha concluso – che trovo molto strano e non capisco, ma sarà perché sono un architetto e non un avvocato». Le attività di indagine «si sono incentrate sulla constatazione di notevoli manifestazioni di ricchezza del tutto sproporzionate rispetto ai redditi imponibili dichiarati, per le quali non sono state fornite giustificazioni idonee ad acclararne la liceità sul piano fiscale». Il gip sulla base del quadro probatorio emerso ha disposto il sequestro preventivo per sproporzione. Tra i beni sequestrati «lussuose abitazioni, un elicottero, disponibilità bancarie, denaro contante, gioielli, opere di arte moderna e contemporanea di autori famosi (tele di Picasso, Cezanne, Kandinsky, De Chirico e Fontana, ndr), nonché svariati altri beni di lusso».