Il fantasma delle armi di distruzione di massa aleggia sul conflitto in Siria: le forze armate siriane stanno muovendo dai loro depositi parte del vasto arsenale di armi chimiche di cui dispongono, secondo quanto affermano fonti di intelligence statunitense. Damasco nega,
ma gli Stati Uniti sono in allarme, mentre secondo fonti in Israele si tratta di una mossa preventiva per evitare che finiscano in mano ai terroristi o alle forze ribelli. L’arsenale di armi chimiche e biologiche di cui dispone Damasco è il più vasto dell’intero Medio Oriente, e da tempo é fonte di preoccupazione per Washington e per i suo alleati nella regione. La Siria, così come Israele e Egitto, non ha mai firmato la Convenzione del 1992 che rende illegale la produzione, la conservazione e l’uso di armi di questo tipo. Il dipartimento di Stato, tramite la portavoce Victoria Nuland, ha ribadito che gli Stati uniti hanno “ripetutamente messo in chiaro che la responsabilità di proteggere i depositi di armi chimiche ricade sul governo siriano”, mostrando un certo nervosismo sull’argomento. Diversi funzionari dell’amministrazione, citati in forma anonima oggi dal Wall Street Journal, esprimono il timore che tali armi possano segnare una ulteriore escalation dello scontro in Siria. “Si potrebbe fissare un precedente in cui armi di distruzione di massa vengono usate sotto i nostri occhi”, ha detto un funzionario Usa aggiungendo che si tratta di un aspetto “estremamente pericoloso per la nostra sicurezza nazionale”. In realtà, secondo lo stesso giornale, le analisi a Washington sul significato di questo nuovo sviluppo sono divergenti. Alcuni esponenti politici temono che il regime intenda usare le armi chimiche contro i ribelli e civili nell’ambito di una operazione di pulizia etnica. Altri ritengono che Damasco potrebbe invece aver deciso di nascondere le controverse armi per complicare ulteriormente gli sforzi delle potenze occidentali per individuarle. Altri ancora che potrebbe solo trattarsi di “una finta” per allarmare sia i ribelli che le capitali occidentali. Di certo, sull’argomento armi di distruzione di massa gli Stati Uniti si muovono con molta cautela, dopo l’esperienza con famigerato arsenale di Saddam Hussein che in realtà non è mai stato trovato nonostante sia stato l’elemento scatenante della guerra del 2003 in Iraq. Secondo un alto funzionario israeliano citato oggi dal giornale britannico Guardian, l’arsenale chimico siriano viene “disperso sotto il controllo di un’unità dell’esercito altamente fedele al regime”. Non viene tuttavia coinvolto con l’evoluzione del conflitto. “Ne ha subito l’impatto, ma non viene usato per i combattimenti”, ha aggiunto la fonte, secondo cui “ci sono segni che Damasco ha compreso il problema”. Il regime in ogni caso smentisce sprezzante. Tramite un portavoce del ministero degli esteri ha affermato che si tratta di informazioni “non vere, assolutamente ridicole”.