La partita per portare l’Europa fuori dalla peggiore crisi dalla nascita dell’euro entra nella sua fase cruciale. La prossima settimana i leader europei si vedranno per una serie di bilaterali. Serie inaugurata ieri dall’incontro Monti-Sarkozy e che seguira’ con l’incontro Sarkozy-Merkel lunedi’ 9, Monti-Merkel mercoledi’ 11, Monti- Cameron 18 gennaio e con il vertice Italia-Francia-Germania a Roma il 20 gennaio.

Incontri in preparazione dei vertici europei di fine gennaio: Eurogruppo ed Ecofin il prossimo 23 gennaio, il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo il 30 gennaio. I summit non possono fallire, tanto piu’ che quello dello scorso 9 dicembre dal quale e’ nato il cosiddetto ”fiscal compact” non ha ancora convinto i mercati. I punti chiave sui quali i governi si stanno confrontando e sui quali non c’e’ al momento un punto di vista unico sono i seguenti: FISCAL COMPACT: E’ l’accordo emerso dal vertice del 9 dicembre scorso dal quale si e’ sfilata Londra. La definizione e’ di Mario Draghi e consiste in un ‘patto di bilancio’ che prevede un rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche degli stati Ue. I leader europei vogliono che venga ratificato al piu’ presto per allentare le tensioni sui debiti sovrani. Il patto impone a tutti gli Stati vincoli sul deficit, una regola di bilancio basata su un disavanzo strutturale non superiore allo 0,5% del Pil, sanzioni per i Paesi il cui deficit supera il 3%. ESM – Acronimo di European Stability Mechanism e’ il nuovo Fondo Salva-Stati che a luglio prendera’ il posto dell’European Financial Stability Facility (Efsf), come quest’ultimo potra’ emettere obbligazioni garantite da tutti gli Stati dell’Unione (finora le emissioni Efsf hanno goduto del rating di tripa A). La dotazione dell’Esm sara’ di 500 miliardi di euro, ma anche qui c’e’ un braccio di ferro fra chi, come Francia e Italia, ritiene che la dotazione dovrebbe essere maggiore e la Germania che invece considera 500 miliardi adeguati. EUROBOND – E’ uno dei temi piu’ controversi. Italia, Francia, ma anche Bruxelles premono perche’ siano varati. Germania e Olanda ritengono che non risolveranno la crisi dei debiti sovrani e soprattutto non amano l’idea che i debiti sovrani dei paesi cicala siano ”mutualizzati” dai paesi virtuosi. Tuttavia l’art. 6 del ‘fiscal compact’ di dicembre sembra aprire a queste obbligazioni sovranazionali garantite dai paesi dell’Unione. Il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy sta lavorando a una proposta in questo senso. TOBIN TAX – E’ la tassa sulle transazioni finanziarie che, secondo le stime potrebbe portare alle casse europee 55 miliardi di euro l’anno. La Francia la vorrebbe al piu’ presto tanto da essere pronta a introdurla anche da sola e per prima entro il 2012 ”per dare il buon esempio”. La Germania e’ favorevole ma vuole che sia introdotta con un accordo a 27. L’Italia e’ favorevole ma lavora per un’ introduzione a livello europeo. La Bce guidata da Trichet non la voleva e anche Draghi quando era governatore di Bankitalia si era detto scettico. RUOLO BCE – La Banca Centrale Europea deve poter essere piu’ incisiva in caso di crisi. L’Italia preme per una Bce dotata di tutti gli strumenti utili a fornire liquidita’ e garantire il buon finanziamento dei mercati (Corrado Passera la vorrebbe piu’ simile alla Fed americana. Deve poter, ad esempio, acquistare i bond sovrani al momento dell’asta se la richiesta degli investitori e’ carente per evitare speculazioni e governare gli spread.

 

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