Si riaccendono le speranze sulla sorte di padre Paolo Dall’Oglio. La Coalizione nazionale siriana, la principale piattaforma dell’opposizione, ha detto di avere ricevuto indicazioni secondo le quali il gesuita italiano – scomparso alla fine di luglio nel nord della Siria – e’ ancora vivo, dopo che nei giorni precedenti altre fonti avevano affermato che era stato ucciso da un gruppo ribelle jihadista. Ma, come avvenuto in precedenza, la Farnesina sottolinea di non avere alcuna conferma in merito.
“Non ci sono conferme in nessuna direzione”, ha detto il vice ministro degli Esteri, Marta Dassu’, a Radio Anch’io. Le informazioni che arrivano dal terreno sono “contrastanti”, ha fatto notare il vice ministro, ma “l’unica notizia e’ che Dall’Oglio si e’ recato al confine con il Kurdistan per tentare una mediazione”. Nei primi giorni dopo la scomparsa del gesuita, visto per l’ultima volta a Raqqa, l’unico capoluogo di provincia occupato dagli insorti, alcuni attivisti che lo avevano accompagnato in Siria avevano detto che Dall’Oglio aveva lasciato la citta’ per recarsi in un luogo sconosciuto ad incontrare Abu Bakr al Baghdadi, il capo dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, la affiliazione di Al Qaida a cui sono collegati i jihadisti siriani del Fronte Al Nusra. Il suo intento, secondo le stesse fonti, sarebbe stato quello di negoziare il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua nei combattimenti tra miliziani fondamentalisti e le forze curde nel nord-est della Siria. “Abbiamo aperto li’ tutti i possibili canali – ha sottolineato Marta Dassu’ – ma non abbiamo alcuna conferma. La nostra convinzione e’ ancora che meno se ne parla, meglio e'”. Una raccomandazione che si scontra con la ridda di voci contrastanti che si accavallano quotidianamente sulla sorte del gesuita, frutto anche di una guerra d’informazione tra diversi gruppi dell’opposizione o di smania di protagonismo da parte di alcuni. La Coalizione delle opposizioni, pur esprimendo ”profonda preoccupazione” per la situazione di Dall’Oglio, ha detto che fonti nella citta’ di Raqqa indicano che e’ vivo “ma non e’ stato ancora localizzato”. “La Coalizione – si aggiunge in un comunicato trasmesso da Istanbul – invita ancora una volta i battaglioni e i consigli locali di Raqqa a fare ogni possibile passo per garantire il sicuro ritorno di Padre Paolo. La Coalizione sottolinea la necessita’ che tutte le forze rivoluzionarie si attengano ai principi guida della rivoluzione siriana tra cui la protezione dei civili, cosi’ come dei giornalisti e dei religiosi”. Gli stessi appelli sono stati lanciati nei giorni scorsi dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che pero’ il 14 agosto ha affermato di avere ricevuto da un attivista a Raqqa considerato una “fonte attendibile” l’informazione che il gesuita era stato ucciso. La stessa indicazione era stata data pochi giorni prima da Lama al Atasi, leader di un movimento di opposizione di sinistra.