Gli operai della Ain Sokhna Cleopatra Ceramics, la piu’ importante compagnia produttrice di ceramica del Medio Oriente con sede a Suez in Egitto, hanno minacciato “misure gravi nei confronti degli otto consulenti italiani e dei due spagnoli” sequestrati sabato nella fabbrica, dove i lavoratori hanno indetto uno sciopero per chiedere aumenti salariali e maggiori benefit.

Gli scioperanti hanno avvertito che “il mancato soddisfacimento delle loro richieste” avra’ ripercussioni sugli esperti stranieri sotto sequestro, ha detto ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL Ahmad Yousef, portavoce del sindacato dei lavoratori della Ain Sokhna Cleopatra Ceramics. Gli operai della Ain Sokhna Cleopatra Ceramics hanno deciso di intraprendere uno sciopero dopo che la direzione della compagnia si e’ rifiutata di applicare un accordo raggiunto in precedenza sotto gli auspici del ministero delle Risorse umane, il governatorato di Suez e membri del Parlamento originari del posto. Ma il titolare della compagnia, l’imprenditore egiziano Muhammad Abul Einein, ha definito un “ricatto” l’azione intrapresa dai suoi dipendenti. In alcune dichiarazioni ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, l’imprenditore ha negato che gli operai della sua fabbrica “non godano dei loro diritti. La nostra – ha aggiunto – e’ la compagnia egiziana che piu’ di tutte assicura ai lavoratori i loro diritti”. “Abbiamo separato gli otto italiani dagli altri consulenti stranieri e il prossimo passo sara’ isolarli uno a uno in luoghi separati e togliere loro i cellulari”, ha detto il leader sindacale, aggiungendo che “se Abul Einein non soddisfera’ le nostre richieste procederemo con misure piu’ gravi”. Yousef non ha voluto svelare le intenzioni degli scioperanti nei confronti degli ostaggi “per evitare che perdano efficacia. Ogni giorno – ha aggiunto – prenderemo una nuova misura come mezzo per fare pressioni su Abul Einein”. Yousef ha spiegato che gli ostaggi stranieri “collaborano con noi e sono solidali con le nostre richieste, ma e’ il titolare della fabbrica che non vuole trovare una soluzione”, forte del fatto che “non esiste alcuna autorita’ statale che possa costringere un uomo a fare una determinata cosa”. Quanto alle istanze degli scioperanti, prima di tutto Abul Einein “deve scusarsi per aver definito gli operai dei teppisti”, poi vengono le richieste economiche: “Indennita’ di turno, indennita’ di rischio, buoni pasto, Tfr e una percentuale sui profitti annuali”, ha detto. Dal canto suo Abul Einein ha fatto sapere ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL di aver “sporto denuncia alle autorita’ giudiziarie, poiche’ l’azione intrapresa dagli operai viola la legge”. Secondo il titolare della compagnia, “cio’ che stanno facendo gli operai e’ un ricatto per motivi diversi da quelli economici”, dal momento che gli stipendi “sono gia’ stati aumentati del 100%”. Abul Einein ha quindi condannato il sequestro dei consulenti stranieri, assicurando allo stesso tempo che stanno bene. “Rappresentanti dell’ambasciata italiana e di quella spagnola li hanno incontrati e si sono sincerati sulle loro buone condizioni”, ha concluso.

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