E’ finita nel sangue la manifestazione promossa al Cairo dai cristiani copti, la maggiore fra le minoranze religiose del Paese e il 10% della popolazione.Il ministero della sanita’ egiziano ha reso noto che negli scontri si contano 23 morti e 174 feriti. Le violenze sono scoppiate quando da un gruppo di manifestanti

sono iniziati lanci di pietre contro i militari schierati in assetto antisommossa davanti alla sede della tv di stato. La situazione è peggiorata quando centinaia di persone hanno assalito e incendiato alcuni blindati delle forze di sicurezza. La televisione pubblica ha dato inizialmente notizia di tre soldati uccisi, precisando poi che le vittime sarebbero almeno diciassette fra i civili e quattro fra i militari. Il corrispondente della France Press ha parlato di almeno 14 vittime tra i manifestanti e oltre 100 feriti. Gli scontri sono iniziati nel quartiere di Shoubra nel nord della capitale per poi allargarsi lungo il Nilo nella zona di Maspero davanti alla sede della televisione di Stato e a piazza Tahrih.

Alcuni copti si sarebbero impadroniti delle armi prelevate da un veicolo militare dato alle fiamme. La manifestazione era stata promossa per protestare dopo l’incendio di una chiesa avvenuto nella provincia di Assuan e per chiedere l’allontanamento del governatore della regione, Mostafa el-Sayyed, il quale aveva affermato che la chiesa era stata costruita senza il permesso delle autorità: una dichiarazione che avrebbe suscitato la collera di gruppi integralisti musulmani, che hanno dato alle fiamme l’edificio sacro. L’esercito egiziano – che ha assunto temporaneamente la guida del paese dopo le dimissioni del presidente Hosni Mubarak – ha avvertito di voler usare il “pugno di ferro” contro coloro che incitino alle violenze interconfessionali, dopo che nel maggio scorso violenti scontri fra copti e musulmani avevano causato decine di morti.

 

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