Da quando e’ entrato in vigore il cessate il fuoco sono stati sparati da Gaza verso il sud di Israele 12 missili. Lo riporta il sito di Ynet.

L’annuncio di un cessate il fuoco tra Israele e le fazioni palestinesi e’ arrivato dal Cairo, all’ottavo giorno dell’operazione Pilastro di Difesa: una tregua -entrata in vigore alle 21 ora locali, le 20 in Italia- che arriva dopo oltre 140 morti palestinesi (11 dei quali solo oggi, 31 bambini) e cinque vittime israeliane. Israele e Hamas hanno accettato di far tacere le armi al termine di una giornata di intensi negoziati a cui ha partecipato in prima persona il segretario di Stato, Hillary Clinton. Cruciale il ruolo del nuovo governo islamista del Cairo, che cosi’ rafforza la sua leadership nel Medio Oriente che sta rapidamente mutando. L’annuncio e’ arrivato a poche ore a un attentato a un bus a Tel Aviv; un attentato -con un solo ferito in modo grave, rivendicato dalla Jihad Islamica e che aveva scatenato scene di giubilo nella Striscia- che aveva fatto temere un nuovo rallentamento nel negoziato. Cosi’ non e’ stato e adesso a Gaza si canta vittoria: con l’inizio della tregua, nell’enclave palestinesi si sono viste scene di giubilo e spari in aria. L’accordo, di cui l’Egitto si fa garante, impegna israele, oltreche’ a mettere fine ai raid aerei e navali, anche a interrompere gli assassini mirati; tutte le fazioni palestinesi dovranno cessare le ostillita’ contro Israele, compresi il lancio di razzi e gli attacchi lungo le frontiere. Non solo: Israele si impegna ad aprire i valichi (non si specifica quali) e a facilitare il transito di persone e l’approvvigionamento dei beni. Se la tregua tiene, entro 24 ore, Israele dovra’ cominciare a elaborare le procedure per aprire i valichi. Tacciono le armi e l’intesa, oltreche’ un successo politico per l’Egitto, lo e’ per gli Usa, che hanno visto la situazione sbloccarsi proprio con l’arrivo nella regione da ieri sera della Clinton. “I popoli di questa regione meritano di vivere senza paura”, ha detto la Clinton. Questo e’ “un momento critico per la regione: il nuovo governo egiziano si sta assumendo la responsabilita’ e la leadership che ha fatto per lungo tempo di questo Paese una pietra miliare nella stabilita’ regionale e per la pace”. “Nei giorni avvenire, gli Usa si impegneranno con i partner della regione per consolidare questo progresso, migliorare le condizioni della popolazione di Gaza e assicurare la sicurezza al popolo di Israele”. Il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato subito al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e lo ha elogiato, impegnandosi ad aiutare Israele, in primis sulla questione del contrabbando di armi ed esplosivi che entrano a Gaza. Il premier ha risposto di aver voluto dare “un’opportunita’” alla tregua, ma ha messo in guardia che in caso di fallimento del cessate-il-fuoco, mettera’ in campo “una forza maggiore”. Canta vittoria invece khaled Meshaal, il apo del politburo di Hamas: “Israele -dice- ha fallito tutti i suoi obiettivi”; e ringrazia l’Iran per le armi e il sostegno finanziario fornito, “nonostante il diverso punto di vista sulla crisi in Siria”. Non solo. Specularmente alle parole di un Netanyahu piuttosto riluttante, Hamas avverte Israele che se rispettera’ l’accordo di cessate il fuoco, anche i palestinesi faranno altrettanto. In caso contrario risponderanno ad ogni violazione israeliana.

 

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