Tempo un paio di mesi e – se si andra’ di nuovo alle urne – la Grecia andra’ fallita. E’ questa l’opinione piu’ diffusa stasera ad Atene dopo che il cruciale incontro fra il leader socialista Evangelos Venizelos con il leader della Coalizione delle Sinistre (Syriza, radicale), Alexis Tsipras, e’ miseramente fallito per il rifiuto del secondo di entrare a far parte di un governo di coalizione.
“Non possiamo partecipare a un governo che e’ stato condannato dal popolo greco. Il nostro rifiuto si basa sul fatto che ci chiedono di partecipare a un governo che mettera’ in atto le rigide misure previste dal Memorandum mentre l’indicazione del popolo scaturita dalle urne e’ contro il Memorandum”, ha detto Tsipras al termine dell’incontro con Venizelos. Il leader radicale, forte degli ultimi sondaggi che danno il suo partito al 23.8% delle preferenze in caso di nuove elezioni, pensa – come in molti ormai lo accusano – di poter imitare l’Andreas Papandreou degli Anni ’70 e la sua ascesa politica. In pratica, dicono i critici, si sarebbe “montato la testa” e – spingendo la Grecia verso l’uscita dall’Ue e dall’eurozona – starebbe portando il Paese verso la catastrofe. A nulla infatti sono serviti, per convincere Tsipras della serieta’ del momento e per tentare di scongiurare questo pericolo, le pressioni dei partner europei ne’ l’esplicita minaccia fatta dal ministro degli Esteri tedesco Guido Westervelle il quale ha ricordato stamani ad Atene che la Grecia avra’ ancora aiuti ma solo se rispettera’ gli impegni presi. “Noi – ha detto il ministro – intendiamo mantenere le nostre promesse di aiuto. Ma questo significa che la Grecia deve varare le riforme che abbiamo concordato”. In altre parole, “basta soldi alla Grecia se non fara’ le riforme”. Da parte sua, il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha affermato che l’obiettivo di Berlino resta la stabilizzazione di Atene nell’euro. Il governo tedesco, pero’, rimane su quanto concordato fra la troika e la Grecia. Sulla stessa lunghezza d’onda si e’ espresso Martin Kotthaus, portavoce del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, secondo cui ”la questione oggi non e’ avere un piano B, C, D, o E per la Grecia. Ma stabilizzare Atene nella zona euro”. “Noi facciamo ogni sforzo per mantenere la Grecia nell’eurozona”, ha affermato Kotthaus il quale ha aggiunto che “non c’‚ alcun diktat sul risparmio”. Atene, per•, deve attenersi agli accordi e “deve fare i compiti”. Preoccupazione invece si e’ diffusa fra i banchieri centrali europei, i quali hanno discusso l’ipotesi che la Grecia possa uscire dall’euro e le conseguenze di tale uscita. Lo ha detto alla Bloomberg Per Jansson, vice governatore della Riksbank, la Banca Centrale svedese. “Sarei molto attento a ipotizzare che si tratti di un processo indolore senza conseguenze”, ha detto. Ad Atene, prima della “doccia fredda” del rifiuto di Tsipras, la giornata politica era cominciata bene dopo che il leader di Nea Dimocratia, Antonis Samaras, al termine del colloquio con Venizelos, aveva dichiarato che la proposta di un “governo ecumenico” di cui facciano parte i partiti filo-europeisti avanzata ieri da Fotis Kouvelis, leader di Sinistra Democratica, “‚ una proposta molto vicina alla nostra e che va presa in considerazione perch‚ prevede tre punti fondamentali: la permanenza della Grecia nell’Ue, la revisione del Memorandum e la partecipazione al governo di Syriza”. Dando quindi il suo appoggio, quanto meno, ad un governo di unita’ nazionale. Ma stasera, dopo il “no” di Tsipras, Venizelos e’ stato veloce ad accusare il colpo – “Questa e’ l’ora della verita’”, ha detto – ma non ha mancato di ricordare al leader di Syriza che la “meteorica” ascesa in popolarita’ nell’elettorato “deve significare una maggiore responsabilita’ e non una maggiore arroganza” dei suoi leader. “Domani rimettero’ il mio mandato esplorativo nelle mani del presidente della Repubblica”, ha concluso Venizelos. Da questa sera, infatti, l’unica e ultima possibilita’ di formare un governo di coalizione o di unione nazionale in Grecia e’ nelle mani del capo dello Stato, Karolos Papoulias, che nei prossimi giorni (forse gia’ lunedi’ mattina) convochera’ una riunione dei leader dei partiti.