L’ultimogenito di Muammar Gheddafi, Khamis, che guidava le milizie del regime a Zitlan, e’ morto sotto un bombardamento della Nato: cosi’ almeno sostengono i ribelli di Bengasi, ma il governo di Tripoli nega e parla di uno “sporco trucco”.

E intanto, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo le polemiche seguite al presunto mancato soccorso a un barcone con civili in fuga dai combattimenti, chiede un’inchiesta formale alla Nato per accertare la dinamica dell’accaduto. Khamis Gheddafi, leader dei miliziani piu’ spietati tra le truppe libiche, la 32esima Brigata anche detta Brigata Khamis, sarebbe morto in un’offensiva lanciata dalla Nato sulla citta’ di Zlitan, 150 km a est di Tripoli. Considerato anche dalla diplomazia Usa uno degli uomini piu’ efficaci tra le truppe libiche, Khamis, comandava la resistenza lealista nella citta’, il fronte piu’ avanzato contro i ribelli che spingono verso Tripoli dal porto di Misurata. Khamis era stato gia’ dato per morto a marzo e anche stavolta la notizia non e’ stata ancora confermata dalla Nato. Il regime invece smentisce: “E’ una notizia falsa: hanno inventato la notizia su Khamis Gheddafi per coprire i loro omicidi”, ha detto il portavoce, da Tripoli. “E’ uno sporco trucco per coprire il loro crimine a Zlitan e l’uccisione della famiglia al-Mrabet”. Perche’ a Zlitan giovedi’ all’alba sono morti tre componenti di una stessa famiglia, una donna libica e i suoi due bimbi, rapiti nel sonno sotto le bombe della Nato che ha sventrato la loro casa, una villa a due piani nel quartiere residenziale alla periferia della citta’ costiera. La notizia delle tre vittime e’ stata data dai media internazionali, perche’ gli uomini del colonnello giovedi’ hanno portato i giornalisti stranieri prima sul posto, a vedere la villa colpita, e poi in una vicina moschea dove erano esposti il feretro chiuso della donna e quelli aperti dei due figli, col volto insanguinato: nel clima di dubbi e sospetti reciproci che pesano sul conflitto, gli uomini del regime volevano che i cronisti stranieri filmassero i resti della casa e i cadaveri, testimonianza del pesante tributo pagato dalla popolazione civile a un conflitto in cui nessuna delle due parti, al momento, e’ in evidente vantaggio. Sul fronte migranti, intanto, il governo italiano ha sollecitato un’inchiesta formale dalla Nato per verificare se e’ vero che una delle imbarcazioni dell’Alleanza non abbia prestato aiuto a un barcone in mare, un barcone con a bordo decine di disperati, molti dei quali sono poi morti. L’imbarcazione, rimasta alla deriva per molte ore a circa 90 miglia da Lampedusa, era salpata dalle coste libiche la settimana scorsa ed e’ approdata sull’isola italiana il 3 agosto.

 

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