Un’altra crisi, un altro muro. Se in Europa, infatti, paesi come l’Ungheria cercano di bloccare l’influsso di migranti con barriere ai propri confini, in Tunisia la decisione di sigillare il ‘fianco’ libico della Repubblica viene a poche settimane dall’attacco jihadista di Sousse, che ha provocato 38 morti e colpito al cuore l’industria del turismo.

Così il primo ministro Habib Essid è andato in tv è ha annunciato la costruzione del muro. Per cercare di lasciare dall’altra parte i fanatici della guerra santa. “I gruppi terroristici e criminali vogliono fare altri attentati con il fine di paralizzare l’economia del Paese”, ha rimarcato oggi Essid al parlamento, riunito in un’udienza straordinaria sulla proclamazione dello stato di emergenza da parte del presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi il 4 luglio scorso. Il premier ha spiegato che la Tunisia vive una situazione eccezionale come dimostrano i pericoli e le minacce. “Non avremmo decretato lo stato di emergenza se non fossimo stati in questa situazione” con “piani terroristici volti alla destabilizzazione”. E dunque, a mali estremi estremi rimedi. Il ‘vallo di Essid’ verrà costruito dall’esercito tunisino e sarà completato entro la fine del 2015: un cronoprogramma serrato che fa capire l’urgenza del provvedimento. Il muro si estenderà per 160 chilometri della frontiera a partire dalla costa e avrà delle stazioni di controllo a intervalli regolari.

 

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