A quattro giorni dalle elezioni legislative il premier Benyamin Netanyahu ha dedicato l’ultima intervista al quotidiano di destra ‘Makor Rishon’ (diffuso in prevalenza negli insediamenti ebraici) e ha colto l’occasione per assicurare che, se guidera’ il nuovo governo, avra’ cura di non rimuovere alcuna colonia.
”I tempi in cui i bulldozer sradicavano ebrei sono dietro di noi, non davanti a noi”, ha affermato. ”Noi abbiamo rafforzato gli insediamenti”. Riferendosi ai 10 mesi in cui ha sospeso ogni progetto edile ebraico nei Territori, Netanyahu afferma adesso che ”quella moratoria si e’ esaurita. Ha dimostrato che i palestinesi non sono interessati” (alla ripresa di negoziati, ndr). Lo stallo nelle trattative, a suo parere, deriva piuttosto ”dal fatto che l’Autorita’ nazionale palestinese non e’ disposta ad impegnarsi alla conclusione del conflitto con Israele, ne’ a riconoscere lo Stato ebraico entro alcun confine”. Anche in futuro, assicura, intende resistere se necessario ad eventuali pressioni diplomatiche da parte degli Stati Uniti o dell’Europa. ”Ripiegarsi non e’ infatti una politica”, spiega. ”Abbiamo resistito a pressioni immense, ma abbiamo saputo anche manovrare in maniera brillante”. Malgrado gli impegni di governo Netanyahu, nota Makor Rishon, trova anche il tempo per i libri. In questi giorni sta leggendo ‘La Bibbia dissotterrata’ dell’archeologo Israel Finkelstein (un testo che e’ stato al centro di un animato dibattito in ambienti accademici) e un libro sul filosofo medievale Maimonide del ricercatore Moshe Halbertal.