Sui mercati torna l’allarme Europa, con i rendimenti del debito sovrano che riprendono a salire e spingono le piazze del vecchio continente a una chiusura in deciso ribasso, ai minimi da 3 settimane. Pesano il netto rialzo degli spread di Italia e Spagna e le fosche previsioni dell’Ocse, che prevede un primo trimestre in recessione per Francia, Italia e Gran Bretagna e identifica la Ue come la principale fardello che pesa sulla crescita globale. Ma, mentre a Copenhagen l’Eurogruppo discute su come potenziare il ‘firewall’ contro la crisi, nell’occhio del ciclone resta Madrid.

Domani il premier Mariano Rajoy presentera’ lo stato dei conti pubblici e la legge di bilancio. Contemporaneamente, nella capitale danese, il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, li illustrera’ ai suoi colleghi europei. La manovra di Madrid dovra’ contenere misure sufficienti a centrare il deficit/Pil al 5,3% quest’anno e al 3% nel prossimo. La Spagna aveva prima garantito di poter far calare il deficit/pil al 4,4% quest’anno, pero’ poi aveva fatto sapere che sara’ impossibile raggiungere questo obiettivo a causa della recessione. Per quanto riguarda il rafforzamento dei meccanismi di salvataggio Ue, resta sul tavolo l’ipotesi di una fusione tra le risorse del fondo salva-stati permanente Esm, che partira’ in estate, e quelle del provvisorio Efsf, destinato ad andare in pensione a meta’ 2013. Fa ben sperare la recente apertura della Germania secondo cui il fondo potrebbe arrivare a 700 milioni. Gli investitori sembrano pero’ poco fiduciosi sulla possibilita’ di arrivare ad un accordo in tempi brevi. Secondo un copione gia’ visto innumerevoli volte all’apice della crisi del debito, le vendite si sono concentrate sui titoli bancari e a indossare la maglia nera e’ Piazza Affari, dove tale comparto ha il peso maggiore. L’indice Ftse Mib cede il 3,3% a 15.908,85 punti, con Monte Paschi che scivola del 10,97%, chiudendo sui minimi di giornata in seguito all’approvazione dei conti 2011 che evidenziano una perdita di 4,69 miliardi di euro dopo svalutazioni, un dato superiore alle previsioni degli analisti. Male anche Bpm (-10,44%), Banco Popolare (-7,41%), Ubi (-6,55%), Intesa (-5,33%) e Unicredit (-5,81%). I titoli del credito sono i piu’ ceduti su tutti i listini: Bnp Paribas cede il 3,06%, Credit Agricole il 4,02%, Deutsche Bank il 3,28%, Commerzbank il 2,68%, Barclays il 4,41%. Non aiuta l’andamento negativo di Wall Street, che non ha accolto bene la conferma dei dati preliminari sul Pil Usa e il calo inferiore alle attese delle richieste di sussidi di disoccupazione, pur calati ai minimi da quattro anni. A fine seduta il Dax di Francoforte perde l’1,77% a 6.875,15 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,43% a 3.381,12 punti, l’Ftse 100 di Londra segna -1,15% a 5.742,03 punti. L’Ibex di Madrid lascia sul terreno lo 0,87% a 7.911,0 punti ma il ribasso piu’ contenuto non deve ingannare, in quanto la piazza iberica nei giorni scorsi aveva registrato perdite piuttosto marcate, tali da deprimere in modo significativo i prezzi delle azioni. Male anche Atene, giu’ del 2,66%, dopo che Moritz Kraemer, responsabile dei rating sovrani di Standard & Poor’s, ha avvertito che Atene potrebbe aver bisogno di un’altra ristrutturazione. Tornano intanto le tensioni sul mercato del debito sovrano. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti a fine sessione si attesta a 341 punti, dopo un massimo di seduta a quota 346. Il rendimento e’ salito al 5,21%. Ancora piu’ elevato lo spread calcolato sui Bonos spagnoli, che si e’ issato a 368 punti per un tasso del 5,49%, un ulteriore segnale dello scetticismo con il quale gli investitori attendono le prossime mosse di Madrid. Male anche l’euro, che arretra sotto quota 1,33 dollari.

 

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