Il caso delle protesi al silicone per il seno, prodotte da una ditta francese con il nome di Pip, ha registrato oggi un nuovo e importante sviluppo con l’arresto del produttore transalpino Jean-Claude Mas. Il fondatore dell’azienda d’oltralpe, e’ stato fermato questa mattina dalla polizia di Marsiglia, che gli ha notificato un ordine di arresto della procura locale.

Le protesi Pip, acronimo di Poly Implant Prothese, sono balzate agli onori della cronaca in questi ultimi mesi, a seguito di una numerosa serie di incidenti dovuti alla rottura degli impianti mammari. La ditta e’ accusata di aver impiegato silicone di tipo industriale, non adatto a questo tipo di protesi sanitaria, che e’ stata impiantata a oltre 400 mila donne in tutto il mondo. Mas e’ stato arrestato mentre si trovava a casa della compagna, in una localita’ nel sud della Francia. Deve rispondere di omicidio colposo per l’accusa di aver causato l’insorgenza del cancro a un certo numero di donne che hanno usato le protesi mammarie Pip. Con Mas e’ stato arrestato anche Claude Couty, ex-dirigente dell’azienda che e’ stata chiusa nel 2010. I timori legati agli impianti di queste protesi si sono diffusi alla fine dello scorso anno, dopo che le autorita’ francesi hanno consigliato circa 30 mila donne di rimuovere la protesi a causa dell’elevato rischio di rottura. La notizia si e’ ovviamente diffusa a macchia d’olio, interessando oltre 400 mila donne che risiedono in 65 diversi paesi, che si sono sottoposte in questi ultimi anni all’impianto di queste protesi. Le autorita’ francesi hanno, inoltre, riferito che tra le donne sottoposte all’impianto di protesi Pip si sono registrati 20 casi di cancro, di cui 16 alla mammella, ma hanno aggiunto che non e’ provato il legame tra la malattia e l’impianto protesico. Yves Haddad, legale di Mas, ha detto che il suo assistito, un uomo di 72 anni, non sta bene di salute e aspetta di essere visitato. Tempo fa, nel corso di un interrogatorio, Mas aveva ammesso di aver impiegato per le protesi Pip gel al silicone non autorizzato per questo tipo di presidio medico-chirurgico, ma aveva respinto l’accusa che questo ponesse un rischio per la salute delle donne che avevano avuto l’impianto. “Sapevo che quel gel non era autorizzato – ha spiegato l’imprenditore – ma l’ho fatto consapevolmente perche’ il gel delle Pip era meno caro, ma di qualita’ decisamente piu’ elevata”. Philippe Courtois, un legale che rappresenta un gruppo di donne che hanno ricevuto le protesi Pip, ha detto di essere incoraggiato dall’arresto di Mas. L’imprenditore francese, oltre all’accusa di omicidio colposo, dovra’ rispondere anche di truffa aggravata. La procura di Marsiglia, che indaga sul caso Pip, ha ricevuto oltre 2.500 denunce.

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