A due anni dalla Rivoluzione dei gelsomini, l’omicidio eccellente di Chokri Belaid ripiomba la Tunisia nel tempo in cui si faceva sparire il dissenso nel sangue e gela la speranza di laici e religiosi per una transizione davvero democratica, che adesso cerca un’accelerazione nell’annuncio di “un nuovo governo tecnico di unita’ nazionale”. Quella che ha messo fine alla vita del capo del partito dei Patrioti democratici, formazione di opposizione laica, e’ stata una vera e propria esecuzione.
Un commando di due persone, a bordo di una motocicletta, si e’ affiancato alla sua auto, ha atteso che scendesse dalla propria abitazione e poi lo ha freddato sparandogli al petto e all’addome. Nadia Daoud, giornalista vicina di casa dell’uomo politico, ha affermato di sospettare che anche l’autista di Belaid possa essere coinvolto nell’assassinio, dopo averlo visto chiacchierare con un membro del commando appena prima dell’omicidio. L’omicidio coglie il paese maghrebino in una fase di transizione, con un’Assemblea costituente impegnata nella scrittura della nuova Costituzione. L’omicidio di Belaid, ha detto il premier Hamad Jebali in un messaggio al Paese, “e’ una lezione per noi, affinche’ non perdiamo piu’ tempo e ci assumiamo le nostre responsabilita’”. “Ho deciso -ha aggiunto- di formare un governo di unita’ nazionale e di durata limitata, con la presenza di tecnici di nessuna appartenenza partitica, per amministrare il Paese e prepararlo a elezioni libere e trasparenti”. Il premier ha poi invitato tutti i tunisini a “non tenere manifestazioni e sit in affinche’ si dia modo al nuovo governo di lavorare” e ha sollecitato l’Assemblea costituente “a fissare in mondo inequivoco la data delle prossime elezioni, che dovranno tenersi il piu’ presto possibile”.Nei giorni scorsi era stato ucciso un altro militante dell’opposizione. Chokri Belaid aveva criticato la dirigenza di Ennhada perche’ questa si era opposta all’arresto di miliziani islamisti ritenuti responsabili di quell’omicidio. E proprio il partito islamico al potere e’ nel mirino di una serie di manifestazioni, e anche di attacchi alle sedi, che si sono svolte in tutto il Paese. Per tutto il pomeriggio l’Avenue Bourghiba, nel centro della capitale, e’ stata teatro di scontri, e un poliziotto e’ morto mentre cercava di fermare il saccheggio di alcuni negozi nel quartiere di Bab el-Jazira. La folla ha invaso anche le strade di Sidi Bouzid, dove nel dicembre del 2010 l’ambulante disoccupato Mohamed Bouazizi si diede fuoco dando inizio alle proteste del mondo arabo. La polizia, per disperdere la folla, ha lanciato gas lacrimogeni, mentre quattro partiti dell’opposizione hanno deciso di uscire dall’Assemblea legislativa. “Continueremo a combattere i nemici della rivoluzione” ha detto il presidente tunisino Moncef Marzouki a Strasburgo per partecipare alla sessione plenaria del Parlamento europeo. Marzouki e’ immediatamente rientrato a Tunisi e ha anche annullato il suo viaggio di domani al Cairo per partecipare al Vertice della cooperazione islamica. Ennahda si difende, facendo scendere in campo il leader carismatico. Gli assassini di Chokri Belaid “vogliono un bagno di sangue” in Tunisia “ma non ci riusciranno”, ha detto Rashid Ghannouci, accusato dalla famiglia di Belaid di essere il mandante dell’omicidio.