Un ragazzino di 12 anni compare oggi alla sbarra in tribunale della California con l’accusa di aver ucciso due anni fa a sangue freddo suo padre, un fanatico simpatizzante neonazista. Lo riferisce il New York Times, che si domanda se il razzismo violento puo’ essere considerato come un abuso domestico, o se un bambino esposto a tale odio sia in grado di capire la differenza tra bene e male.

Il procuratore che gestisce l’accusa, Michael Soccio, non sembra avere dubbi. Il crimine commesso da Jospeph Hall, ha affermato, ha poco a che vedere con il nazismo, ma piuttosto con il risentimento verso suo padre che lo aveva rimproverato e che temeva volesse abbandonare la sua famiglia. ‘Se cio’ che ha fatto fosse stato fatto da qualcuno piu’ grande nessuno avrebbe avuto dubbi a parlare di omicidio”, ha affermato Soccio. ”E’ stato pianificato, E’ stato premeditato. E’ stato compiuto a sangue freddo. E’ un omicidio”, ha insistito. Ma difensore d’ufficio del ragazzino, Matthew Hardy, afferma che Joesph ha problemi neurologici e psicologici, aggravati dall’ambiente neo-nazista a cui e’ stato esposto e da abusi fisici subiti in casa. ”E’ stato condizionato alla violenza”, sostiene l’avvocato.

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