Paolo Gabriele, l’aiutante di camera del Papa arrestato il 23 maggio con l’accusa di aver sottratto documenti dall’appartamento di Benedetto XVI è stato rinviato a giudizio. Oltre a Paolo Gabriele, i magistrati vaticani hanno rinviano a giudizio anche Claudio Sciarpelletti, l’ analista programmatore della Segreteria di Stato. Questi deve rispondere del reato di favoreggiamento. Era stato arrestato in maggio e poi gli era stata concessa la libertà provvisoria. Frutto delle perquisizioni contro Paolo Gabriele e ora sottoposti a sequestro, ci sono non solo documenti sottratti dall’ appartamento papale, ma anche un assegno di 100.000 euro intestato al Papa, una pepita d’oro e una edizione dell’Eneide del 1581.
Oggetti erano regali fatti a Benedetto XVI. Le indagini nei confronti di Paolo Gabriele hanno portato anche, tra giugno e inizi luglio, a una perizia psichiatrica. La richiesta, ha detto padre Federico Lombardi, è stata “avanzata dal promotore di giustizia, ma poi alla richiesta si è associata anche la difesa di Gabriele”. La perizia è stata fatta per il contrasto tra le testimonianze su Gabriele, come “persona corretta e normale” e la sua confessione, e i riscontri investigativi, che invece indicavano che ha compiuto un “atto estremamente grave”. I giudici vaticani con il rinvio a giudizio di Paolo Gabriele per furto aggravato e Claudio Sciarpelletti per favoreggiamento, non concludono le indagini sulla fuga di documenti che continuano. Cioé la chiusura dell’istruttoria è parziale.