Ultimo saluto oggi a Roma all’ ‘ecopoliziotto-eroe’ che ha speso e perso la vita, in seguito ad una grave malattia contratta in servizio, nella lotta alle ecomafie, scovando discariche di rifiuti pericolosi e scoprendo quella che in Campania sarà poi chiamata la “terra dei fuochi”. Ai funerali del sostituto commissario della polizia di Stato Roberto Mancini, celebrati dal parroco di Caivano don Maurizio Patriciello nella Basilica di S. Lorenzo fuori le mura, erano presenti, oltre ai familiari, il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, il capo della polizia Alessandro Pansa, il vice Capo Alessandro Marangoni, il prefetto Sandra Sarti e il Questore di Roma Massimo Mazza. Mancini, morto a 54 anni mercoledì scorso all’ospedale di Perugia, è stato definito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla famiglia, ”un servitore delle istituzioni che si e’ prodigato nell’attività investigativa per l’individuazione, su alcune aree della Campania, dei siti inquinati dai rifiuti tossici illecitamente smaltiti”. Dal 1994 al 1997 aveva prestato servizio al Centro Interprovinciale Criminalpol Lazio-Umbria-Abruzzo, dove si era occupato tra l’altro del fenomeno delle ecomafie e del rinvenimento di discariche abusive di rifiuti pericolosi. Nel 2002 aveva contratto una grave malattia, riconosciuta in seguito dipendente da causa di servizio, essendo stato riconosciuto, spiega una nota della questura di Roma, il nesso di causalità tra l’infermità e l’attività di servizio prestata. Benché affetto dalla malattia, il sostituto Commissario aveva continuato comunque a prestare servizio attivo. Da ultimo, aveva prestato servizio presso il Commissariato San Lorenzo a Roma. Nel corso della sua carriera aveva effettuato numerose operazioni di polizia conclusesi con l’arresto di pregiudicati responsabili di rapine e traffico di stupefacenti.

 

 

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