NAPOLI – Un sopralluogo per verificare le condizioni del sottosuolo nell’area dove il 3 marzo scorso si e’ verificato il crollo dell’ala di un edificio in via Riviera di Chiaia a Napoli. E per sondare il terreno e’ stata inserita sotto le macerie una condotta per introdurre sensori e una telecamera in grado di monitorare ogni movimento. Il cantiere della metropolitana resta fermo, in attesa che tutti i controlli vengano compiuti. Anche oggi i tecnici del Comune di Napoli hanno verificato in tutta l’area le condotte del gas e dell’acqua.
Nove giorni dopo il crollo l’allarme non e’ cessato e tra i residenti la tensione comincia a salire. Hanno dovuto abbandonare case, attivita’ commerciali e uffici senza sapere quando potranno tornare. “In queste condizioni – si domanda con amarezza Flora Lauro che abita a 50 metri dall’edificio crollato – chi si assumera’ la responsabilita’ di firmare un cessato pericolo? C’e’ un tale disastro nel sottosuolo che nessuno puo’ ipotizzare cosa succedera’”. Colpa del cantiere, di lavori infiniti e di rischi non considerati tali, dicono gli abitanti che ogni giorno fanno la coda a un presidio ormai fisso di vigili del fuoco. Chiedono di essere accompagnati nelle loro case a recuperare abiti e tutto quanto possa alleviare i disagi di una condizione di fortuna. Sono in tanti, soprattutto i commercianti, costretti a chiudere, a presidiare la zona rossa in attesa di una notizia, di una data, di una speranza. E in serata alcuni condomini si riuniranno per costituire un comitato e diventare interlocutori ufficiali del Comune di Napoli per accedere a tutti gli atti che verranno compiuti. C’e’ anche chi si sente un “disgraziato” senza proscenio. “E’ bello che tanti si siano mobilitati per Citta’ della Scienza – spiega Salvatore, che fino al 3 marzo scorso lavorava come cameriere in una pizzeria – ma per noi non si e’ mobilitato nessuno. Eppure qui ci sono famiglie e lavoratori”. Una pizzeria fuori dal perimetro del nastro rosso e bianco espone un menu’ superscontato. Pizza e birra al tavolo 5 euro. Il metro di distanza dall’area di sequestro consente di avere la saracinesca alzata.