PORTICI – Forse l’obiettivo non era tanto quello di distruggere, quanto quello di mettere in essere una bravata che li rendesse celebri, in un contesto in cui la celebrità è direttamente proporzionale ai «mi piace» totalizzati sui social network o alle visualizzazioni su YouTube, o a entrambe le cose messe assieme.

È quanto emerge dalle indagini sul doppio raid incendiario di martedì sera, che ha visto finire in cenere gli arredi e buona parte dei documenti dell’archivio storico del liceo «Flacco» di Portici.

 

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