Giovedi’ prossimo nuova udienza per la trattazione nel merito dell’esistenza e prescrizione del titolo-cartella che vede come vittima-protagonista Diego Maradona difeso dall’avvocato Angelo Pisani del Foro di Napoli. Il legale noto per le sue battaglie contro le cosiddette ‘cartelle pazze’ e i metodi di riscossione posti in essere da Equitalia a danno dei contribuenti ha preparato il maxi ricorso per dimostrare la carenza e comunque l’estinzione delle responsabilita’ di Maradona dai debiti saliti a circa 38 mln di euro nei confronti del fisco italiano.
L’esborso di denaro richiesto “per spese di interessi imprecisati -spiega l’avv. Pisani- continua ad aumentare in modo sconsiderato di 3 mila euro al giorno a fronte di una indebita cartella iniziale di 8 mln di euro e mai notificata all’ex capitano del Napoli ed e’ quindi legittima”. Ma, spiega ancora l’avv. Pisani presidente dell’associazione ‘Noiconsumatori’ “se Maradona nel 1988 avesse ricevuto la regolare notifica della originaria cartella esattoriale avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del fisco non era legittima. Oggi nonostante le varie violazioni nella procedura di riscossione -spiega ancora il legale- e la prescrizione gia’ maturata nel 1999, ovvero prima della notifica degli ulteriori avvisi di mora, Equitalia pretende dall’ex pibe de oro oltre 38 mln di euro senza specificare i motivi di tale somma. Di questi pero’ soltanto poco piu’ di 13 mln sono di tasse risalenti agli anni ’88, ’89 e ’90 mentre ilresto, circa 26 mln di euro sono l’assurda conseguenza di generici ed incontrollati interessi, sanzioni e spese sempre crescenti dagli anni 1988-’89”. La nostra linea difensiva -ha rivelato Pisani- e’ che la cartella non sia mai stata notificata regolarmente e che dall’unica prova documentale presentata dall’ex gestline c’e’ un avviso di mora risalente al luglio 2000 risulta indiscutibile che non solo negli anni ’88-’89-’90 fino al 2000 non sia mai stato notificato all’ex giocatore alcun accertamento fiscale o cartella con estinzione di ogni credito per maturata prescrizione decennale ma che lo stesso unico avviso di mora e’ stato notificato solo in data 19 giugno del 2000″. Secondo il legale, presidente di Noiconsumatori, tale avviso di mora sarebbe stato notificato “prima ad un custode del centro Paradiso (ex campo di allenamento del Napoli, ndr) e poi in maniera irrituale alla stessa casa comunale, in completa violazione dell’art. 140 del Codice di procedura civile e quindi mai a Maradona in persona che in tale data si trovava a Siviglia. E’ chiaro che l’ex capitano azzurro non poteva mai essere a conoscenza dell’ingiustificata quanto assurda richiesta del fisco italiano e non poteva di conseguenza esercitare alcun diritto di difesa con consequenziale nullita’ ed inammissibilita’ di qualsivoglia addebito e condanna a suo carico”.