«È emersa la possibilità che tre persone con il volto travisato, pur non avendo avuto un ruolo attivo, avrebbero spalleggiato Daniele De Santis». È quanto ha riferito oggi in aula l’ex capo della Digos di Roma, Diego Parente, nell’ambito del processo per la morte di Ciro Esposito che vede imputati l’ultras romanista per l’accusa di omicidio volontario e due tifosi del Napoli, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, di rissa aggravata. La presenza di almeno tre persone al fianco di De Santis, nel corso degli scontri scoppiati nel prepartita della finale di Coppa Italia 2014, è avvalorata anche dalle indagini svolte dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio che hanno portato al ritrovamento di un giaccone e di un mazzo di chiavi in un campo incolto, situato nei pressi del Ciak Village, che sarebbe servito da via di fuga per i tre. A sostegno di questa ipotesi, inoltre, ci sarebbe la testimonianza di un militare che, dalla sua postazione nella caserma dei Carabinieri, posta a poca distanza dal teatro degli scontri in viale Tor di Quinto, avrebbe visto un gruppetto di persone allontanarsi. Attraverso lo stesso campo, i tre sarebbero poi arrivati sulla tangenziale, all’altezza del viadotto Fleming. Il dirigente di polizia ha aggiunto che «stando a fonti confidenziali» le tre persone sarebbero state sottoposte a «una sorta di processo da parte del tifo organizzato romanista» che avrebbero rimproverato ai tre di non avere «difeso e spalleggiato a dovere De Santis».

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