Un intervento di laserlipolisi (rimozione del grasso in eccesso mediante sonde che lo bruciano) non è senza rischi e non deve essere eseguito su pazienti che abbiano gravi patologie. E’ quanto afferma l’ “Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica” (Aicpe), a proposito della morte del 65 enne, napoletano, A.R., manager del settore farmaceutico, avvenuta il 14 marzo scorso per complicazioni successive ad un intervento di laserlipolisi praticatogli in un Centro estetico del quartiere Posillipo, ma della quale si è appreso sulla stampa solo il 29 giugno. “La laserlipolisi – afferma l’ Aicpe, che raccoglie circa 300 chirurghi (ma sono migliaia i medici che praticano interventi estetici) viene frequentemente pubblicizzata come un intervento di medicina estetica quindi pressoché privo di rischi. Questo non è vero. Sottoporre un paziente a un intervento di laserlipolisi, anziché di liposuzione, non è così diverso: nel primo caso si utilizzano sonde che bruciano il grasso, nel secondo delle cannule che lo aspirano. I principi di sterilità da rispettare sono gli stessi”. “E così lo sono gli altri principi che regolano la professione medica- prosegue l’ Aicpe – non si sottopone a un intervento di tipo estetico un paziente con un quadro clinico fortemente compromesso”. Il 65 enne – aggiunge l’ associazione dei chirurgi estetici – “risultava affetto da cirrosi epatica Hcv correlata e nessuno specialista preparato e di buon senso avrebbe sottoposto questo paziente ad alcun tipo di intervento” A.R. morì 20 giorni dopo l’ intervento di laserlipolisi, praticatogli al costo di mille euro dalla titolare di un Centro estetico che glielo aveva presentato come di routine, assicurando di averne praticati a centinaia. L’ uomo fu ricoverato prima al “Fatebenefratelli” di Napoli e poi all’ ospedale di Padova, nel reparto delle patologie epatiche. I familiari hanno presentato denuncia alla Procura di Napoli tramite gli avvocati Valerio e Paolo Minucci.