“Voi lo dovete assolvere, piaccia o no all’opinione pubblica”, “non ci sono prove che Francesco Schettino sia colpevole. Intorno a lui è stato costruito un mostro che non c’è”. Anche in questo modo la difesa di Francesco Schettino ha chiesto l’assoluzione al processo di appello di Firenze. “Non è temerario chiedere l’assoluzione”, ha detto l’avvocato Saverio Senese, mentre “è illegittimo usare come prova contro di lui le frasi, i percorsi intimi, i moti interiori” espressi nelle ore successive all’incidente “di un uomo che si sentiva responsabile perché comandante della nave”. “Non si può condannare Schettino per le sue frasi, per le sue debolezze di uomo” ha anche detto l’avvocato difensore, sottolineando che “in quei momenti Schettino si sentiva responsabile come comandante della nave, non si capacitava di ciò che era accaduto”. “La prova deve essere concreta – ha rimarcato l’avvocato Senese – invece viene usato anche il colloquio che ebbe in una stanza della caserma di Orbetello con Ciro Ambrosio. Questo colloquio non ha valore probatorio. Per ore Schettino aveva fatto da parafulmine, aveva concentrato su di sé le notizie che arrivavano da tutti”. Il difensore ha attaccato la sentenza del tribunale di Grosseto parlando di “travisamenti mostruosi” e “omissioni” dei primi giudici. “Costa Crociere – ha detto sempre la difesa – ha piacere che tutte le colpe siano di Schettino”.