Sarà effettuata domani l’autopsia sul corpo di Maria Baratto, l’operaia di 47 anni del reparto logistico Fiat di Nola, il cui cadavere è stato ritrovato sabato sera, a quattro giorni dalla morte. Secondo gli inquirenti, Baratto si sarebbe inferta alcuni fendenti all’ addome stesa sul suo letto nell’abitazione di Acerra (Napoli), dove viveva da sola dopo il divorzio dal marito, avvenuto qualche anno fa. La donna non ha lasciato biglietti per spiegare il gesto e il Comitato mogli operai Pomigliano, del quale faceva parte, ha annunciato oggi che parteciperà al presidio di Fiom e Slai Cobas previsto per mercoledì 28 maggio davanti alla sede della Regione Campania, a Napoli. I due sindacati, nei giorni scorsi, avevano chiesto un incontro con i vertici regionali per discutere del futuro del reparto logistico di Nola, dove sono in organico circa 300 persone, da sei anni in cassa integrazione, in scadenza il prossimo 13 luglio. ”Sono veramente troppi due suicidi in pochi mesi nello stesso luogo di lavoro”, afferma il Comitato ricordando il suicidio di un altro operaio del reparto di Nola, avvenuto lo scorso febbraio. “Il grido di dolore che parte dalle fabbriche della Fiat, da Maria a Giuseppe De Crescenzo, e tanti altri operai della Fiat che si sono suicidati, o hanno tentato un suicidio nell’era di Marchionne – conclude – è il grido di dolore ‘di tutti’ i lavoratori del privato e del pubblico, del mondo dei precari e dei piccoli commercianti, tutti accomunati dal rischio-licenziamento o fallimento. Per rilanciare il grido di Maria, mercoledì saremo al presidio davanti alla Regione. Con la rabbia che ci monta in testa vogliamo unirci agli operai ed a quanti ancora pensano che le cose si possono e si devono cambiare”.

 

 

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