Il personale del Centro Operativo della D.I.A. di Napoli,  dalle prime ore di oggi, 13 novembre 2013, sta procedendo  al  sequestro di un consistente patrimonio, composto da immobili, società, autovetture, e rapporti bancari e finanziari in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione.

La misura coercitiva reale è stata disposta dal collegio partenopeo a seguito di una proposta avanzata dal Sig. Direttore della D.I.A. nei confronti dell’imprenditore, già tra i leader del settore  floro-vivaistico meridionale, Gennaro Del Gaudio, detto “o zuppariello”, affiliato al clan Cesarano.

Il provvedimento ablatorio si inquadra nella strategia di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati da soggetti appartenenti a sodalizi camorristici messo in atto, nella fattispecie  dal Clan Cesarano.

Gennaro Del Gaudio è stato uno dei più importanti floricultori del comprensorio vesuviano, che aveva abilmente allacciato intensi rapporti commerciali con operatori olandesi e del nord Italia,  e che, sfruttando la propria appartenenza al clan Cesarano,  ha imposto  con modalità estorsive, il monopolio nella commercializzazione dei prodotti floro-vivaistici su buona parte del mercato nazionale dei fiori recisi e dei bulbi. Inoltre, avvantaggiatosi del vincolo di appartenenza al sodalizio criminale, era riuscito ad acquisire edifici residenziali a basso costo reinvestendo, così, le somme acquisite con l’attività “commerciale”.

In particolare, le indagini hanno permesso di accertare che sia la ditta individuale intestata a Del Gaudio che altre società, apparentemente lecite, ed a lui ricollegabili, non solo erano strumentali ad attività criminose  nell’ambito del settore florovivaistico ma anche in quello del trasporto merci su strada, oltre ad essere frutto di attività illecite quali estorsioni e usura.

Il Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, ha ritenuto sussistente l’appartenenza di Del Gauudio al clan Cesarano rilevandone sia la pericolosità sociale all’epoca della partecipazione all’organizzazione criminale che la coeva formazione del suo consistente patrimonio, malgrado l’intervenuta assoluzione dalle imputazioni in alcuni procedimenti penali in cui era stato coinvolto. Nelle sue argomentazioni il Tribunale ha anche tenuto conto di una grave sproporzione attesa la  mancanza di redditi leciti in capo al soggetto ed ai suoi stretti congiunti che giustificassero le acquisizioni al patrimonio di consistenti cespiti immobiliari.

In particolare, sono stati sottoposti a sequestro, in Pompei e Castellammare di Stabia, i seguenti beni nella sua disponibilità diretta od indiretta: 1 ditta individuale; 2 società e relative quote del capitale sociale; 20 immobili siti in Pompei;  12 autorimesse site in Pompei;  3 terreni siti in Pompei; 1 autovettura BMW X5; . 20 rapporti bancari/finanziari.

Il valore complessivo del patrimonio interessato dal provvedimento di sequestro preventivo antimafia ammonta a circa sette milioni di euro, per i beni immobili e mobili individuati nel territorio nazionale, oltre alle decine di conti correnti sequestrati nonché a quelli individuati all’estero .

 

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