Il mistero che avvolge la morte di Guglielmo Celestino è racchiuso in quel breve arco di tempo trascorso dal momento in cui un amico che con lui era andato alla festa di compleanno al “Flame” lo lascia all’esterno del locale per rientrare a recuperare i giacconi lasciati in guardaroba. Su quanto accaduto in quei dieci minuti circa si muovono le indagini dei carabinieri, che stanno cercando di ricostruire la causa della caduta nel vuoto e, dunque, della morte del 19enne. E dopo che gli investigatori hanno ascoltato i familiari della vittima, si fa anche più chiara la ricostruzione di quella sera. Giovedì, ore 22,30: Guglielmo esce di casa e insieme ad un amico si dirige verso il locale di via Aniello Falcone, dove è in corso una festa di compleanno. Una volta sul posto l’amico si accorge che Guglielmo non si sente bene e a quel punto chiama il fratello del 19enne: “Vienici a prendere con la macchina, Guglielmo non sta tanto bene, è meglio se vieni a prenderlo”. E nel breve tempo trascorso in cui l’amico torna nel locale per salutare e recuperare i giacconi che si è consumata la tragedia.
L’autopsia sul corpo del ragazzo si svolgerà dopodomani. Nelle sale dell’Istituto di medicina legale del Secondo Policlinico lo specialista incaricato dalla Procura dovrà accertare quale fosse il tasso alcolemico nel sangue del 19enne ed eventuali tracce di altre sostanze psicotrope, ma anche cosa possa aver determinato la caduta fatale nel vuoto, e conseguentemente la morte. E Infine se il decesso dello sfortunato ragazzo vomerese sia stato immediato. Gli investigatori hanno acquisito le immagini di almeno due telecamere di videosorveglianza privata, una delle quali proprio vicina all’ingresso del locale dove si teneva la festa. Quelle immagini sono ancora al vaglio degli esperti del Reparto scientifico dell’Arma, anche se non è certo che la visuale delle riprese riesca ad arrivare fino al punto esterno nel quale Guglielmo ha perso l’equilibrio.
La posizione del presidente della commissione Welfare e Legalità Municipalità Vomero-Arenella, Cinzia Del Giudice, è alquanto polemica: “Assurdo che i baretti di Aniello Falcone venerdì sera abbiano lavorato come se niente fosse successo. Abbiamo voglia di sgolarci, vogliamo educare i ragazzi a non bere, ma di fronte a un morto neanche una saracinesca abbassata…”. Critici anche gli aderenti al Comitato di persone che abitano in via Falcone e che si è organizzato per chiedere al Comune una regolamentazione severa del funzionamento dei locali: “Ci stringiamo attorno alla famiglia di Guglielmo – dicono – Mentre i discobar stanno riaccendendo le loro insegne colorate e alzando i volumi degli impianti stereo come se niente fosse successo, pronti per l’ennesima notte alcolica, noi non dimenticheremo questo sfortunato ragazzo”.