I carabinieri del Noe hanno sospeso gli scavi in una cava ricolma di rifiuti a Cerignola perchè dal sottosuolo sono emersi pezzi metallici che fanno sospettare la presenza di fusti con materiale radioattivo. I militari stanno da giorni scandagliando numerose cave abbandonate nella provincia che sarebbero state utilizzate per ‘tombare’ un enorme quantità di rifiuti speciali e pericolosi provenienti dalla Campania. Nonostante lo stop alle operazioni di scavo fonti della Procura, contattate dall’Ansa, escludono che tra i materiali trovati questa mattina nella cava di Cerignola dai militari del Noe vi siano sostanze radioattive. Si tratterebbe, secondo le stesse fonti, di rifiuti ”ad elevata pericolosità e più importanti di quelli trovati in altri territori”, ma ”non di massima pericolosità”. Nel corso degli scavi – che secondo quanto riferito da militari del Noe sono stati interrotti per precauzione – sono state trovati metalli e oli pericolosi. La cava nel territorio di Cerignola, è tra quelle sequestrate lo scorso 11 aprile dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari nell’ambito dell’indagine cosiddetta ‘Black Land’. Nell’ambito di questo fascicolo, contestualmente ai sequestri, furono eseguite 13 ordinanze di arresto in carcere (una 14/a persona è ricercata) per traffico illecito di rifiuti dalla Campania alla Puglia. Il Riesame di Bari ha confermato i gravi indizi nei confronti di tutti gli arrestati, respingendo le richieste di revoca delle misure cautelari per 11 indagati. Agli altri due il Tribunale della Libertà ha concesso gli arresti domiciliari.

 

 

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