Possono ritenersi ”documentate e coerenti” la maggior parte delle spese sostenute per l’attività istituzionale. Questa, in sintesi, la motivazione con cui il gip del Tribunale di Napoli Claudio Marcopido ha accolto la richiesta di archiviazione nei confronti di alcuni consiglieri regionali della Campania che erano stati indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli su presunte irregolarità nell’erogazione dei fondi per il funzionamento dei gruppi. La procura, a conclusione delle indagini, ha frazionato l’inchiesta in varie tranche chiedendo e ottenendo nel corso degli ultimi mesi per diversi consiglieri il rinvio a giudizio per reati che vanno dal peculato alla truffa e false fatturazioni, mentre in altri casi, in cui le spese sono state giustificate nel prosieguo dell’istruttoria, ha proposto l’archiviazione. Il gip Marcopido, nell’ambito della prima ”tranche”, ha archiviato le posizioni di Luciana Scalzi (gruppo Pdl), Mafalda Amente (Pdl), Pietro Giuseppe Maisto (gruppo Misto) e Antonio Amato. Il gip ha evidenziato che le spese per le attività istituzionali (collaboratori, spese di viaggio a Roma ecc.) sono risultate sufficientemente documentate. In alcuni casi il gip ha ritenuto di dover accogliere l’istanza del pm pur di fronte ad alcune ”criticità” come l’assenza di documentazione contabile relativa a parte delle spese. L’inchiesta, condotta dal pm Giancarlo Novelli e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, è tuttora in corso: sarebbero prossime altre richieste, sia di rinvio a giudizio sia di archiviazione.

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