NAPOLI – Dovrebbero arrivare già lunedì o martedì ai pm di Napoli i primi risultati delle analisi sui campioni di materiali prelevati a Città della Scienza dopo l’incendio che l’ha distrutta. La conferma della presenza di liquidi infiammabili fornirebbe la certezza assoluta dell’ipotesi dolosa, comunque privilegiata dagli inquirenti fin dalle prime ore.

Per gli inizi della prossima settimana è prevista anche la nomina dei consulenti: dovrebbe trattarsi di due ingegneri, uno esperto di chimica, l’altro di strutture. Obiettivo del procuratore aggiunto Giovanni Melillo e del sostituto Michele Del Prete è ricostruire, incrociando le consulenze con i dati forniti dalla polizia scientifica, il punto o i punti esatti in cui le fiamme sono divampate e che tipo di sostanza sia stata eventualmente usata per appiccarle. I consulenti dovranno anche rispondere a quesiti sull’efficienza dell’allarme antincendio, che, contrariamente a quanto era apparso in un primo momento, non sarebbe entrato in funzione. Dalle indagini stanno comunque emergendo alcune criticità sulla sicurezza della struttura, che soprattutto dal lato della spiaggia, quello dove secondo i testimoni è cominciato l’incendio, non godeva di alcuna particolare protezione: basta scavalcare un muretto per accedervi. Le ipotesi restano tutte ancora in piedi, anche se col passare dei giorni sembra perdere consistenza quella dell’eversione. Gli investigatori hanno attivato tutte le fonti confidenziali sia negli ambienti della criminalità organizzata sia in quelli della criminalità comune, ma al momento non sarebbe arrivata alcuna indicazione utile a chiarire il giallo.

 

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