Prime ”disdette” da parte dei tour operator per la domenica gratis agli Scavi dove i flussi turistici saranno ammessi a fasce orarie. La decisione della Soprintendenza archeologica di Pompei, Ercolano e Stabia, insieme con il Ministero dei Beni culturali, assunta per tutelare affreschi e antiche mura dalle decine di migliaia di visitatori incontrollati, sta provocando i primi danni economici agli operatori della ristorazione.
Giovanni Palmieri, proprietario del ”Ristorante Turistico” a pochi metri da uno degli ingressi degli Scavi, afferma: ”Un gruppo di 80 persone da Roma ha disdetto e andrà ad Ercolano, perché il tour operator aveva programmato la visita agli Scavi alle ore 13 e, a seguire, il pranzo nel nostro locale alle 14,30. Ma dalle ore 12 alle 14,30 gli Scavi chiudono e quindi hanno dirottato il gruppo agli Scavi di Ercolano”. Rosita Matrone, rappresentante di Federalberghi a Pompei, è favorevole alla decisione della Soprintendenza e del Mibact, ”Ma afferma avrebbero dovuto almeno parlarne con noi operatori del settore. Perché ci sono gruppi che hanno prenotato e soggiornano in città. Ci auguriamo che almeno per loro e per i crocieristi, per chi viene da New York o dal Giappone, si abbia un po’ di elasticità. Non per discriminare gli altri, ma per spirito di accoglienza, visto che vengono da così lontano e hanno speso tanti soldi per vedere Pompei”. Rosita Matrone propone, quindi, di procedere con prenotazioni, e che si prendano in considerazione le proposte di Federalberghi almeno per la prossima prima domenica di luglio. Molto contrariato il rappresentante dell’Ascom di Pompei, Gianluca Machetti, che fa l’esempio del Museo degli Uffizi ”dove i flussi dei visitatori hanno una gestione e una programmazione, mentre agli Scavi di Pompei si lascia che i tour operator si comportino alla presa della Bastiglia: portano qui in massa i loro gruppi, concentrati tutti negli stessi orari, centinaia di pullman che arrivano di corsa per un’ora, comprano al massimo una bottiglia d’acqua, cercano la toilette e scappano. Caricano e scaricano e per noi il ”ritorno” consiste solo in traffico, sporcizia e disagi, oltreché per il danno d’immagine che ne subiamo. Abbiamo chiesto tante volte un tavolo di concertazione per parlarne. Ma la Soprintendenza la fa da padrone della nostra città. Noi, finora, Pompei l’abbiamo solo svenduta”.