NAPOLI – Sono trenta le persone identificate e indagate dalla Digos dopo gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti avvenuti ieri a Napoli. E’ quanto fa sapere la Questura attraverso un comunicato. Si tratta di appartenenti ai collettivi studenteschi dellle Università cittadine Orientale e al Federico II.

Le trenta persone indagate sono tutte accusate di danneggiamento della proprietà privata e al patrimonio urbano e di gravissimi atti di violenza nei confronti di polizia e carabinieri. Nove, in tutto, i feriti tra le forze dell’ordine, tra cui anche un ufficiale dell’Arma. All’identificazione dei responsabili degli scontri si è giunti attraverso un accurato esame dei filmati predisposto dal gabinetto regionale dei polizia scientifica, relativi alle fase dei disordini e dalle immagini acquisite dai sistemi di video sorveglianza cittadina. Questi dati sono stati anche integrati con i filmati pubblicati sul web, che hanno consentito alla Digos di dare un’ identità a numerosi soggetti. La Polizia invierà oggi alla Procura della Repubblica partenopea una prima dettagliata informativa sul primo gruppo di indagati a cui seguirà, a breve, una definitiva integrazione comprendente la completa identificazione di tutti soggetti coinvolti negli scontri. La manifestazione di protesta organizzata in occasione del vertice tra i ministro del Lavoro italiano e tedesco, non è stata mai segnalata agli organi preposti – è scritto ancora nella nota della Digos di Napoli – e si è subito caratterizzata negativamente da punto di vista dell’ordine pubblico. Sono oltre 300 i dimostranti che, con caschi integrali intesta e con il volto coperto da sciarpe, hanno preso posto nelle prime file del corteo. All’altezza di piazzale Tecchio, nei pressi dell’area di ingresso alla Mostra d’Oltremare, dalla testa del corteo è partito un fitto lancio di pesanti “sanpietrini” e di micidiali petardi all’indirizzo del primo nucleo di sbarramento delle forze dell’ordine. Immediato, a questo punto, l’intervento teso a disperdere i manifestanti.

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