”Questa gogna mediatica alla quale, ora per ora, sono sottoposta mi sta avvicinando al suicidio”. Così Tiziana, la ragazza di 31 anni che si è uccisaa nei giorni scorsi nel Napoletano dopo la diffusione di video hard che la riguardavano, scriveva – secondo quanto riferisce la Repubblica – in una querela presentata in Procura a Napoli nel 2015. ”Quello che sta accadendo assume i connotati di una totale devastazione nei confronti della mia persona, che già di per sè ha profili di psicolabilità”. Tiziana aggiunge: ”è vero che sono stata una sprovveduta a fare giochetti stupidi con persone a me sconosciute, ma è anche vero che quanto sta adesso accadendo – riferendosi sempre ai video hard – mi avvicina in maniera veloce a istinti di suicidio. Questa gogna provoca danni incalcolabili in me, pregiudica in maniera assoluta e irreparabile il mio futuro di ragazza di 30 anni”. Resta il mistero – come riferisce la Repubblica – sul perchè la donna, sentita quattro mesi dopo la presentazione della denuncia, abbia ritrattato le accuse. Della vicenda si occupano anche Il Corriere della Sera ed Il Mattino. I carabinieri hanno sequestrato pc, tablet e telefonino dell’ex fidanzato. Per il momento quattro persone sono indagate per diffamazione nei confronti di Tiziana. Si tratta di coloro ai quali la giovane diede i video e che furono da lei querelati. I quattro furono iscritti lo scorso anno nel registro degli indagati dal procuratore aggiunto di Napoli Fausto Zuccarelli e dal pm Alessandro Milita. Il procedimento della procura di Napoli per diffamazione prosegue parallelamente a quello aperto dalla procura di Napoli Nord che indaga per una presunta istigazione al suicidio.