“Confesso che nell’apprendere le notizie extramuseali provenienti da Napoli mi sono detto che c’era ben poco di cui sorridere. E questo per almeno tre buoni motivi: la gloriosa storia dell’archeologia partenopea; la serieta’ dell’amministrazione pubblica nel settore culturale; il rispetto che va portato sempre e comunque a cio’ che Napoli e’ ed e’ stata.

Oltre non e’ lecito andare, se non altro per quanto mi riguarda, anche perche’ ci troviamo di fronte a notizie, a immagini, a commenti del tutto estranei nella loro irritualita’ a chi ha realmente il compito di dirigere quel Museo e quella Soprintendenza”. A sottolinearlo in una nota, in merito alle notizie sulla presunta presenza di spettri nel Museo archeologico nazionale di Napoli e di una missione di ‘gosthbuster’ ministeriali, smentite dal soprintendente e dalla direttrice del museo, il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan. “Dispiace che simili irritualita’ siano avvenute nell’ambito di lavori avviati su progetti che utilizzano finanziamenti europei – aggiunge, riferendosi al fatto che a diffonder notizia e immagini e’ stato un responsabile del cantire di ristrutturazione di un’ala del sito – progetti che mi auguro non provochino negativi sbalordimenti a chi dovrebbe essere sbalordito semplicemente dall’assoluta correttezza tecnico-amministrativa e dalla indiscutibile competenza scientifica di ogni soggetto impegnato in simili attivita’. In breve, c’e’ un’abissale differenza tra le possibili stravaganze della vita quotidiana all’interno di un cantiere e il mondo immaginario splendidamente documentato nel Museo archeologico nazionale di Napoli, per esempio da immortali dipinti e sculture li’ conservate. Ed e’ questo il patrimonio di arte e di storia affidato alla responsabilita’ culturale e amministrativa dello Stato. Doloroso, infine, il danno reale subito lo scorso maggio da tre coppe di ossidiana esposte nel Museo, danno causato da un incidente che e’ il tipico incidente che puo’ accadere quando viene danneggiato un qualunque oggetto in qualunque museo del mondo. Naturalmente, le coppe sono attualmente sottoposte ad un indispensabile restauro”.

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