Sarà il 23 settembre prossimo – a quasi un anno dall”omicidio di Giulia Cecchettin – il giorno in cui Filippo Turetta comparirà davanti alla giustizia. E’ questa la data fissata per l’inizio del processo in corte d’Assise, al quale Turetta, in accordo con il suo difensore, Giovanni Caruso, ha deciso di presentarsi direttamente, rinunciato all’udienza preliminare davanti al Gup, che si sarebbe dovuta tenere domani, 16 luglio. Il collegio sarà presieduto dal giudice Stefano Manduzio. La scelta di rinunciare al passaggio davanti al Gup, è stata fatta dal 22enne di Torreglia, aveva spiegato Caruso, “come conseguenza di un percorso di maturazione personale del gravissimo delitto commesso, e alla volontà che la giustizia faccia il proprio corso nei tempi più rapidi possibili e nell’interesse di tutti”. La difesa non chiederà nemmeno la perizia psichiatrica, a meno che non vi siano intenzioni diverse che emergano dal processo. Questo, in sostanza, non permetterà di accertare se Filippo fosse eventualmente capace di intendere e volere al momento del femminicidio dell’ex fidanzata. Dagli atti dell’inchiesta è emerso che Turetta aveva l'”ossessiva pretesa” di laurearsi insieme a Giulia Cecchettin. “Mettiti in testa… che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi” scriveva in un messaggio WhatsApp del febbraio 2023 recuperato dal cloud della giovane. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Filippo non si era rassegnato alla fine della relazione con Giulia, ed agiva “come se fosse sicuro di riconquistarla”. L’altro aspetto di cui molto si è discusso durante i mesi dell’indagine è l’aggravante della premeditazione. Sabato 10 novembre 2023, la sera del delitto, Turetta aveva portato nella macchina con cui si era recato a casa di Giulia due zainetti: uno con alcuni regali per la ragazza; l’altro con un kit completo per l’omicidio, due coltelli, nastro adesivo, sacchi neri dell’immondizia, oltre ad una lista di cose da rispettare scrupolosamente: fare il pieno di metano/benzina; bloccare la portiera della Fiat Punto, le istruzioni per legare le caviglie alla ragazza. Davanti al collegio giudicante, l’ex studente universitario dovrà rispondere ad accuse – formulate dal Pm Andrea Petroni – che in caso di condanna valgono l’ergastolo: omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà, eƯeratezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Per questi capi di imputazione non è previsto il ricorso al rito abbreviato. Da qui il processo in aula, in cui sarà ripercorsa una vicenda tragica che, durante la fuga di 8 giorni di Filippo, conclusasi in Germania, tenne col fiato sospeso l’Italia, suscitando poi un moto di partecipazione al dolore dei Cecchettin e di rabbia per un fenomeno, i femminicidi, che da allora hanno purtroppo fatto altre vittime. Turetta è detenuto nel carcere di Montorio a Verona dal 25 novembre scorso.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui