Il pestaggio mortale di Frederick Akwasi Adofo è stato immortalato da alcune telecamere di videosorveglianza installate in via Principe di Piemonte a Pomigliano d’Arco. I monitor avrebbero ripreso due giovani avvicinarsi al 43enne per poi prenderlo a calci e pugni, nella notte tra domenica e lunedì, quando – in mattinata – l’uomo è stato rinvenuto agonizzante: è morto, poche ore dopo, all’ospedale di Nola. Nelle immagini si vedrebbero i due allontanarsi dopo il pestaggio, e la vittima invece trovare rifugio in un cortile: è qui che è stato trovato in fin di vita. Frederick aveva preso la licenza media alla ‘Catullo’ di Pomigliano d’Arco nel 2012, quando era ospitato, insieme ad un’altra cinquantina di migranti, in un hotel in attesa di asilo politico. Negli ultimi tempi dormiva in un sacco a pelo in via Principe di Piemonte, e spesso era supportato dall’aiuto della Caritas parrocchiale, come ha ricordato il parroco della chiesa San Francesco, don Pasquale Giannino, il quale ha anche sottolineato che spesso l’aiuto offerto all’uomo “sembrava essere una forma impositiva rispetto al suo stile di vita”. “Frederick ha donato a tutti amore – ha aggiunto – sempre col sorriso e senza mai chiedere. In questo giorno in cui sono in corso ancora le indagini, vogliamo sentirci chiamati tutti a fare rete per ricostruire e prenderci cura di quanti vivono ai margini. Chiediamo alle autorità preposte un interesse reale alle emergenze territoriali, non ultimo il bisogno abitativo delle persone che vivono per strada o in difficoltà economica. Un comportamento emozionale in questo momento non farà giustizia al povero Frederick, né il desiderio di ricercare colpevoli risolverà da se la problematica fin qui segnalata”. Decine di persone hanno raggiunto la panchina di fronte al supermercato in via Gramsci a Pomigliano d’Arco dove spesso sostava Frederick. I cittadini, accorsi in tanti, stanno lasciando altri fiori, biglietti, ceri e pupazzi per ricordare l’uomo di origini ghanesi amato da tutto il quartiere. “Tu sempre gentile ed educato con tutti – si legge su uno dei nuovi messaggi – mi dispiace per tutta questa cattiveria gratuita. Riposa in pace e vola alto dove nessun altro essere ‘umano’ potrà raggiungerti”. Un momento di riflessione davanti alla panchina, era stato chiesto dal gruppo politico “Rinascita”, e dal suo consigliere comunale Vito Fiacco, il quale ha anche chiesto al Prefetto la convocazione del comitato per l’ordine e sicurezza. I carabinieri, che indagano sull’accaduto, stanno visionando decine di immagini per risalire agli autori. Calci, pugni, spintoni. Non i primi che Frederick ha subito in silenzio, così come testimoniato da alcuni cittadini e da un biglietto lasciato sulla panchina di fronte ad un supermercato in via Gramsci, dove il 43enne sostava per chiedere l’elemosina. “E’ successo già altre volte – è scritto sul biglietto anonimo – e nessuno di noi ha mai fatto qualcosa perché non arrivasse il peggio. Purtroppo il peggio è arrivato. Perdonaci se puoi”. Su quella stessa panchina, davanti alla quale oggi si sono radunate decine di persone, da stamani i cittadini stanno lasciando fiori, ceri, pupazzi, lettere e messaggi che Frederick non potrà più vedere. Così come l’affetto dei tanti che oggi lo piangono. “Era buono aveva il vizio di bere, ma non faceva male a nessuno. Ricordava i nomi, e augurava a tutti una buona giornata, che gli dessero qualcosa o meno”. L’uomo, ricorda il parroco della chiesa San Francesco, don Pasquale Giannino, che per giovedì ha organizzato una marcia silenziosa dalla panchina di via Gramsci fino alla parrocchia, spesso dormiva in un sacco a pelo in via Principe di Piemonte, dove è avvenuta l’aggressione, e spesso era supportato dall’aiuto della Caritas parrocchiale, e dai tanti che lui salutava per strada, augurando una buona giornata. “Frederick ha donato a tutti amore – ha detto don Pasquale – sempre col sorriso e senza mai chiedere”. I cittadini, ora, chiedono per Frederick un funerale degno e meritevole che il sindaco Lello Russo ha assicurato sarà a carico dell’amministrazione comunale.

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