La Corte di appello ha rinviato la decisione sulla consegna all’autorità giudiziaria del Belgio dell’europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino al prossimo 2 maggio. Andrea Cozzolino era già agli arresti domiciliari da due mesi nell’ambito dell’inchiesta dello scandalo giudiziario del Qatergate. Sono entrati in camera di consiglio poco dopo l’inizio dell’udienza i giudici dell’ottava sezione della Corte d’Appello di Napoli chiamati a decidere sulla richiesta «di consegna» dell’europarlamentare Andrea Cozzolino avanzata dalla procura federale belga. L’udienza è iniziata verso le 11 ma i giudici, dopo la costituzione delle parti, sono subito entrati in camera di consiglio per decidere sulle questioni preliminari sollevate dai legali del politico, gli avvocati Federico Conte e Dezio Ferraro, attinenti alla salute di Cozzolino (l’europarlamentare soffre per patologie cardiache) e alla sua incompatibilità con le carceri belghe, alla «natura esplorativa» del mandato d’arresto internazionale e alla sua autosufficienza, cioè se autonomamente può giustificare la decisione di un giudice italiano di privare della libertà personale un suo cittadino. La procedura è stata ritenuta «illegittima ab origine» all’accusa poco determinata, per finire con la situazione carceraria considerata non garantista dei diritti di una persona da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva. «I giudici – dicono soddisfatti a fine udienza Federico Conte e Dezio Ferraro, i due avvocati difensori di Cozzolino – con competenza e sensibilità giuridica hanno accolto le richieste istruttorie della difesa avanzate nella scorsa udienza (quella del 14 marzo), sulle quali si erano riservati, per avanzare alla procura federale belga richieste di chiarimenti sul momento genetico e sulle specifiche esigenze investigative che hanno portato all’adozione del mandato di arresto europeo, di cui sin dall’inizio abbiamo denunciato l’illegittimità e la sproporzione; e per chiedere, ancora una volta, vista la vaghezza della prima risposta, rassicurazioni sulle capacità delle carceri belga di garantire e tutelare il diritto alla salute di un soggetto cardiopatico».
«Una decisione, quella dei giudici partenopei – aggiungono i due avvocati – che si pone nel solco della migliore giurisprudenza europea e nazionale, che tiene insieme il corretto funzionamento dello spazio giuridico comunitario e la salvaguardia del nostro irrinunciabile patrimonio costituzionale, di diritti e garanzie personali e ordinamentali». Per i due legali, dunque, la procedura che ha portato all’emissione del mandato di arresto europeo sarebbe illegittima per la mancanza del mandato di arresto nazionale, ovvero di un provvedimento come l’ordinanza di custodia cautelare prevista dall’ordinamento giuridico italiano, in cui vengono indicati gli elementi di prova che hanno portato alla restrizione della libertà personale. «Il giudice belga – dice a fine udienza Federico Conte – ha scambiato un semplice mandato di comparizione per mandato d’arresto. Pensavano che bastasse chiedere la comparizione di Cozzolino perché ciò avvenisse». L’altro punto riguarda il merito delle accuse, per cui gli avvocati hanno nelle scorse udienze chiesto delle integrazioni all’autorità belga, mai arrivate; ed infine c’è l’aspetto sanitario – Cozzolino soffre di problemi cardiaci – legato alla presunta incompatibilità dell’eurodeputato con le carceri. «La Corte oggi – spiega Dezio Ferraro – ha accolto ciò che noi avevamo eccepito, ovvero che la situazione che emergeva dalla carte che il Belgio ha inviato fosse generica; i giudici vogliono avere dalle autorità belghe una relazioneindividualizzata, che tenga cioè conto delle concrete condizioni di salute di Cozzolino, vogliono dunque verificare se attualmente le carceri belghe sono realmente in grado di curarlo».