L’età anagrafica che avanza inesorabile e la descrizione che il suo fedele segretario don Georg Gaenswein fa di lui («È come una candela che si sta consumando») rende perfettamente l’idea di un uomo con una salute che potrebbe precipitare da un momento all’altro. Sotto Natale è circolata ancora una volta la voce che Papa Ratzinger stesse malissimo ma dal Monastero Mater Ecclesiae, sul colle vaticano dove il Papa Emerito vive dal 2013 quando si è dimesso, era arrivato un messaggio laconico e rassicurante. «Non c’è un attuale pericolo». Le ultime fotografie scattate durante l’Avvento nella casa di Ratzinger mostravano un anziano vestito di bianco, smagrito, con gli occhi infossati, sprofondato su una poltrona con un plaid sopra le ginocchia. Lo sguardo però sembrava ancora vivace. In poche ore le condizioni degli anziani fragili possono mutare anche rapidamente, specie se in presenza di una lieve alterazione febbrile. Ieri sera un cardinale molto vicino alla cerchia ratzingeriana si confidava con costernazione: «Purtroppo le sue condizioni si sono fatte di ora in ora estremamente precarie». Non a caso Papa Francesco stamattina, al termine della udienza generale del mercoledì, ha terminato i saluti ai pellegrini italiani chiedendo una preghiera per il Papa Emerito per via delle sue condizioni. Ha parlato di un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età e di un esempio di amore per la Chiesa portato fino alla fine. Il Vaticano successivamente ha informato che la situazione resta sotto controllo seguita dai medici. «Il suo cuore è molto forte». Dopo essersi congedato dai pellegrini, a udienza ultimata, Francesco è salito in fretta in auto e si è fatto portare al monastero sul colle vaticano per dare un saluto al pontefice che lo ha preceduto e con il quale ha sempre avuto un rapporto di fratellanza e affetto. «Per me è come un nonno» ha sempre detto di lui. Non è la prima volta che in questi ultimi anni si è diffusa la voce della sua morte, anche se finora si è sempre trattato di un corto circuito interno dovuto ai meccanismi di veicolazione delle notizie non ufficiali, spesso lasciate progredire incontrollate. Stavolta, invece, la situazione sembrerebbe più seria del solito altrimenti Papa Francesco non sarebbe andato a dargli l’estremo saluto. Negli ultimi tre anni ci sono stati due eventi che hanno particolarmente colpito Ratzinger al cuore, addolorandolo in modo particolare. Il primo ha a che fare con la scomparsa dell’amato fratello don Georg – l’ultimo membro della sua famiglia che era rimasto dopo la morte della sorella Maria -, mentre il secondo va collegato alla terribile accusa di avere mentito sulla sua presunta mala gestione degli abusi nella diocesi di Monaco, agli inizi degli anni Ottanta. Un caso emerso da una commissione indipendente lo avrebbe messo nei guai anche Benedetto XVI se si è difeso con la forza di un leone, dicendo che non è mai stato un “bugiardo” e raccontando per filo e per segno come si è svolta una vicenda che esulava dal suo campo di azione. Si è comunque trattato dell’ attacco più atroce e anche quello più difficile da respingere per un uomo di 96 anni, ormai semi cieco e indifeso. Lui che, invece, si è battuto sotto il pontificato di Wojtyla per cambiare il sistema e far passare punizioni esemplari a pedofili seriali come Maciel Marcial Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo. A contrastarlo però si è levata una ampia fetta della nomenklatura di allora, composta dai cardinali Sodano e Dziwisz. Il suo moto episcopale era Collaboratori della verità e sia da cardinale che da pontefice ha sempre cercato di restare fedele a questo proposito. Ratzinger, 96 anni, è il pontefice più longevo superando di gran lunga Leone XIII, Benedetto XV e Pio XII che è arrivato fino a 82 anni, così come Giovanni XXIII, Paolo VI morto a 80, Giovanni Paolo II a 85.

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