SALERNO – E’ fissato a martedi’ l’inizio del processo di appello per l’omicidio di Elisa Claps, la studentessa 16enne di Potenza uccisa nel 1993. In primo grado e’ stato condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, con l’abbreviato. La novita’ dell’appello e’ la decisione dell’imputato di partecipare al dibattimento e per tale ragione, su richiesta della difesa, la Procura generale della Corte d’appello di Salerno ha inoltrato istanza di consegna temporanea di Restivo, detenuto in Inghilterra per l’omicidio della sarta Heather Barnett e condannato ad una pena definitiva di 40 anni di reclusione.
La lungaggine della procedura potrebbe comportare uno slittamento dell’inizio del processo che ufficiosamente viene dato gia’ per certo. La magistratura della Corona ha chiesto delle garanzie allo Stato italiano sul rientro di Restivo in Inghilterra. Dalle notizie che filtrano l’estradizione sara’ concessa e in tal caso sara’ la prima volta che tornera’ per essere processato sul barbaro omicidio di Elisa Claps poiche’ in primo grado la linea difensiva fu l’assoluta assenza, nemmeno comparendo in videoconferenza. Saranno presenti sicuramente la mamma di Elisa, Filomena Iemma Claps, ed i fratelli che potranno di nuovo guardarlo negli occhi e potranno ascoltarlo. ”Abbiamo gia’ assistito al processo in Inghilterra, credo che per mamma non sara’ piacevole visto che partecipera’ alle udienze – dice all’ADNKRONOS Gildo Claps -. Sull’esito, siamo molto fiduciosi perche’ il quadro e’ talmente pesante che nessuna corte, a mio parere, potrebbe sovvertire quanto deciso nel primo grado”. Per l’omicidio Claps, Restivo e’ stato condannato dal gup di Salerno a 30 anni di reclusione, un giudizio durato appena tre giorni. Tutto era stato definito nei vari incidenti probatori della lunga fase pre-processuale con una montagna di perizie in cui la prova regina e’ il dna dell’imputato trovato sul maglione intrecciato che la ragazza portava quel maledetto 12 novembre 1993 quando di lei si persero le tracce. I suoi resti sono stati trovati solo il 17 marzo 2010 nella chiesa della Ss. Trinita’, peraltro in circostanze che la Procura di Salerno intende chiarire ipotizzando che in realta’ siano stati ritrovati almeno uno o due mesi prima dalle donne delle pulizie e da un vice parroco ma nessuno disse nulla alla Polizia. La famiglia Claps non nutriva piu’ speranze da molto tempo di ritrovare viva la ragazza ma almeno quel ritrovamento, con la conseguente autopsia, ha dato una forte accelerazione all’inchiesta contro Restivo, portandolo alla condanna sia in Inghilterra che a Salerno.