I Nac, Nuclei antifrodi carabinieri di Roma, Parma e Salerno del Comando carabinieri politiche agricole e alimentari, hanno scoperto, nel corso dell’attivita’ di contrasto alle frodi alimentari, carne proveniente dalla Francia posta in commercio come ‘made in Italy’ e false evocazioni di marchi dop.
Le verifiche ispettive dei Nuclei antifrodi carabinieri hanno riguardato 73 aziende ed attivita’ commerciali, con controlli anche presso i principali mercati cittadini e la grande distribuzione organizzata, ed hanno portato all’individuazione di prodotti alimentari commercializzati con indicazioni che evocavano illecitamente marchi di qualita’ come ‘Parmigiano Reggiano’, ‘Prosciutto Crudo di Parma’ e ‘Mozzarella di Bufala Campana’. In particolare, in provincia di Roma e’ stato individuato un circuito di commercializzazione di carni provenienti dalla Francia etichettate come italiane. Inoltre, sono state accertate frodi sul sistema dei finanziamenti all’Unione Europea per oltre 700.000 euro.
Di particolare rilievo e’ stata l’operazione condotta dal Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno che, a conclusione di indagini sui finanziamenti destinati agli aiuti nel comparto seminativo-olivicolo coordinate dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Nicosia (En) Fabio Scavone, ha individuato una frode ai danni dell’Ue posta in essere da un’azienda agricola della provincia di Messina. Le verifiche del Nac di Salerno, riscontrate con un’approfondita analisi della documentazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) e dei rilievi aero-fotogrammetrici del territorio, hanno potuto accertare false dichiarazioni aziendali e falsi contratti di affitto di terreni, con i quali l’azienda agricola ha truffato l’Agea ottenendo illecite erogazioni per oltre 146.000 euro.
L’attivita’ ha visto il deferimento all’Autorita’ Giudiziaria dei titolari dell’azienda per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e il contestuale provvedimento, disposto dal Ggip del Tribunale di Nicosia (En), del sequestro di beni, per l’importo equivalente pari alla frode accertata, che ha riguardato conti correnti, un immobile e terreni accertati nella disponibilita’ dei denunciati.