I carabinieri l’hanno chiamata la banda dei Tir fantasma, dei ‘Ghost truck’. Si aggiudicavano i trasporti on line, entrando nei portali web specializzati con le credenziali di imprese ignare, oppure creando ditte di trasporto ad hoc, e una volta ottenuto il carico facevano sparire la merce. Sparita la merce, sparivano anche Tir e impresa. È questo il meccanismo scoperto dai carabinieri di Como che sin dal 2011 erano sulle tracce di una banda operante nel territorio dell’agro nocerino-sarnese e specializzata nell’appropriazione indebita di merce dei generi più disparati. Un’organizzazione molto efficiente, accusata di avere truffato 56 aziende, 46 italiane e dieci estere (in Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Inghilterra, Lituania, Germania, Svizzera, Slovenia, Austria) e di avere realizzato profitti illeciti per circa tre milioni di euro. Nella notte sono state eseguite otto ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e otto ai domiciliari (con obbligo di braccialetto elettronico, tutte nei confronti di residenti nell’hinterland napoletano), mentre altri due arresti sono stati effettuati dalla Polizia a Crespino (Rovigo) e Poggiomarino (Napoli). I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata a estorsioni, minacce gravi, truffe, appropriazioni indebite, falso, sostituzione di persona e reati transnazionali. L’organizzazione faceva sparire merce di ogni genere (plastica, pomodori pelati, olio, detersivi, zucchero, distillati, grandi elettrodomestici) e non mancava di spavalderia. Agli atti risulta che a una delle aziende truffate fosse giunta la telefonata del truffatori: “Il vostro carico lo abbiamo noi, denunciateci pure”. L’indagine “Ghost Truck” è nata dalla denuncia presentata ai carabinieri di Como nel marzo 2011 da una ditta comasca di trasporti, derubata di 230 mila euro in bobine di teli di plastica e minacciata affinché chiudesse una filiale da poco aperta a Pontecagnano (Salerno). Da lì i carabinieri sono risaliti all’ organizzazione. Ma a dare la svolta alle indagini è stata l’intercettazione di un camion della banda, che ha consentito di sventare un furto ai danni di un’azienda di San Giuliano Milanese, ma soprattutto di individuare la base operativa e di scoprire il modus operandi dell’organizzazione. Una volta ottenuti i trasporti, gli indagati sostituivano le targhe dei camion e neutralizzavano gli impianti Gps con congegni che ne bloccavano la trasmissione. La base operativa della banda era a Scafati (Salerno) e per questo, nel febbraio 2013, il fascicolo d’indagine è stato trasmesso per competenza territoriale alla procura di Nocera Inferiore.