Nella tenuta della famiglia Memoli, di località Cappelle, frazione alta di Salerno, non è stata trovata alcuna traccia né di Vincenza Basso Memoli, né del suo domestico indiano, scomparsi misteriosamente il 12 luglio del 2007. Gli agenti della sezione centrale della Polizia Scientifica, che hanno utilizzato anche un georadar e un’unità cinofila specializzata nelle ricerche di resti umani, hanno battuto palmo a palmo l’intera area di 11 mila metri quadrati senza alcun riscontro positivo.

A distanza di sei anni la Procura della Repubblica di Salerno, dopo aver accolto l’istanza del legale della famiglia Memoli, l’avvocato Giuliana Scarpetta, ha riaperto il caso con le indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura di Salerno, diretta dal vice questore Claudio De Salvo. A coordinare le indagini vi sono quattro magistrati: il procuratore aggiunto dell’epoca, Enrico D’Auria, i sostituti Maria Chiara Minerva e Maria Carmela Polito e poi la pm Valleverdina Cassaniello della DDA, subentrata quando, un mese dopo la scomparsa della donna, che nel 2007 aveva 77 anni mentre l’indiano ne aveva 23, si ipotizzò un duplice sequestro di persona a scopo di estorsione. Infatti, i due sarebbero stati visti l’ultima volta dinanzi alla tenuta di località Cappelle proprio il 12 luglio del 2007 mentre discutevano con tre persone a bordo di un’auto di colore scuro in un viottolo che porta alla tenuta dei Memoli. Quando ci fu una decisa accelerazione delle indagini, polizia e carabinieri effettuarono numerosi controlli nell’ambito delle comunità indiane. Furono infatti passati al setaccio le famiglie che lavorano prevalentemente nella piana del Sele, nel Casertano e nell’alto Lazio. In quei giorni i carabinieri utilizzarono anche dei termorilevatori installati su un elicottero che sorvolò per più volte l’intera zona collinare del comune di Salerno.

 

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