E’ fissato per il prossimo 29 settembre il processo a carico di monsignor Nunzio Scarano accusato di riciclaggio di denaro. Il gup del tribunale di Salerno Renata Sessa, accogliendo le richieste del pm Elena Guarino, ha disposto questa sera il rinvio a giudizio anche per gli altri 50 imputati accusati di concorso in riciclaggio. Scarano, ex contabile dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, dovrà quindi comparire dinanzi alla seconda sezione penale del tribunale di Salerno, 1° collegio. Il rinvio a giudizio è giunto al termine di una lunga udienza preliminare, cominciata il 20 giugno scorso, quando furono esaminate due delle 51 posizioni, poi la sospensione e oggi il ritorno in aula per concludere la discussione. Al termine di una camera di consiglio durata circa 4 ore, il gup Sessa ha respinto tutte le richieste del collegio difensivo. Nei giorni scorsi monsignor Scarano, tuttora agli arresti domiciliari con il solo beneficio di un permesso quotidiano di tre ore, aveva fatto recapitare al giudice per le udienze preliminari una lettera nella quale scagionava da ogni responsabilità gli altri imputati, che non erano a conoscenza delle operazioni finanziarie. Il prelato aveva riferito anche che i coimputati gli avrebbero fatto solo una cortesia nello scambiare assegni circolari con denaro contante. Alla notizia del rinvio a giudizio il difensore del prelato, l’avvocato Silverio Sica, ha sostenuto che ”in questo processo c’è un buco nero”. ”Devono dimostrarmi – ha detto l’avvocato Sica – il reato di riciclaggio. Ovvero i soldi scambiati da don Nunzio se sono provento di attività illecite.

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