SALERNO – I Carabinieri del NOE di Salerno, agli ordini del Capitano Giuseppe Ambrosone, unitamente a quelli delle Stazioni di Montecorvino Pugliano e Pontecagnano Faiano della Compagnia Carabinieri di Battipaglia, guidati dal Capitano Giuseppe Costa, nella prime ore della mattinata di oggi hanno dato esecuzione a provvedimenti emessi dal G.I.P del Tribunale di Salerno su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ed in particolare ad un decreto di sequestro preventivo di due estese aree di cava alla località Parapoti e San Vito del comune di Montecorvino Pugliano, nonché di beni immobili, mezzi meccanici, escavatori ed automezzi nella disponibilità di imprenditori del posto.
Diversi i reati contestati dalla Procura della Repubblica, accertati a far data dall’anno 2008, che vedono complessivamente indagate tredici persone, delle quali sette sottoposte ad indagine anche per il traffico illecito di rifiuti; in particolare, ai principali sette indagati vengono attribuite diverse violazioni della legge penale e nello specifico delle norme di riferimento del Codice dell’Ambiente, tra le quali di avere, con più operazioni ed attraverso un articolato allestimento di mezzi ed attività continuative ed organizzate, ricevuto, trasportato, smaltito e comunque gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi costituiti, per la maggiore consistenza, da terre e rocce da scavo, inerti derivanti da attività di demolizione edile, materiale ferroso, materiale plastico, materiali limosi derivanti dal lavaggio del materiale lapideo estratto, pneumatici fuori uso, rifiuti ingombranti, carcasse di automezzi, resti di motori di automezzi, contenitori metallici e attrezzature in uso a stabilimenti balneari in disuso che, dopo avere ricevuto e/o prodotto, illecitamente smaltivano in discariche abusive realizzate e gestite in molteplici zone site all’interno dell’area di cava ubicata nel Comune di Montecorvino Pugliano, e, più in particolare, su di un’area di circa 157.000 mq.; tra l’altro, la legale rappresentante della ditta di costruzioni ed il suo convivente, quale gestore di fatto della stessa società –inoltre gravata da Interdittiva Antimafia emessa nel 2009 dalla Prefettura di Salerno-, ed il legale rappresentante di una ulteriore società nonché il gestore di fatto della medesima ditta, su di un’area di circa 5000 mq. di proprietà dell’Istituto Interdiocesano di Salerno e ceduta in fitto alla ditta, abbandonavano rifiuti speciali costituiti da terre e rocce da scavo, pari a circa 80.000 mc, di cui 28.500 provenienti dai lavori di escavazione eseguiti presso il cantiere della realizzanda Piazza della Libertà in Salerno.
Tredici nel complesso le persone sottoposte ad indagini a vario titolo dalla Procura della Repubblica di Salerno; difatti l’Autorità Giudiziaria, oltre ai reati di traffico illecito ed alla gestione di rifiuti non autorizzata, contestati ai sette principali indagati, procede anche per numerose altre violazioni delle legge penale commesse nel tempo ed in particolare dall’anno 2008. Coltivazione abusiva di cava, frana, attentato alla sicurezza degli impianti di energia elettrica, furto di materiale pietroso e lapideo, violazione dei sigilli di sequestro, invasione di terreni altrui, danneggiamento ed emissioni in atmosfera non autorizzate. Nello specifico agli indagati vengono contestati, a vario titolo e nelle rispettive diverse qualità, numerose condotte illecite compiute negli anni. Reati commessi:
– nell’effettuare attività di coltivazione abusiva di cava mediante scavi praticati anche al di sotto della sede stradale, così cagionando il crollo del costone alto circa 40 metri su cui insistevano la sede stradale e due tralicci destinati alla trasmissione di energia elettrica con conseguente distruzione degli stessi ed interruzione del funzionamento dell’impianto destinato ad un servizio di pubblica necessità;
– utilizzando violenza sulle cose ed agendo su beni sottoposti a sequestro, per impossessarsi illecitamente dell’altrui materiale pietroso e lapideo proveniente da attività estrattiva esercitata mediante attività di coltivazione abusiva delle aree di cava site in Montecorvino Pugliano;
– per avere ripetutamente violato i sigilli (otto i casi accertati) apposti all’area di cava sita in Montecorvino Pugliano al fine di commettere il furto del materiale lapideo, di eseguire attività di coltivazione abusiva di cava, di permettere il transito di automezzi, di gestire impianti non autorizzati di confezionamento calcestruzzo e di realizzare discariche non autorizzate di rifiuti speciali;
– per invadere arbitrariamente, al fine di occuparli e sottoporli ad attività di coltivazione abusiva di cava, terreni appartenenti al demanio dello Stato;
– per avere esercitato attività di coltivazione abusiva di cava su di un’area estesa per circa 543.000 mq., sita nel Comune di Montecorvino Pugliano, in contrasto con lo strumento urbanistico;
– per avere effettuato attività di confezionamento di calcestruzzi in assenza della prescritta autorizzazione per le emissioni in atmosfera;
– mediante attività di coltivazione di cava posta in essere abusivamente, deteriorando i territori oggetto degli scavi abusivi ed estesi per oltre 320.000 mq, sottoposti a sequestro sia amministrativo che penale, così distruggendone e, comunque, alterandone irrimediabilmente il naturale aspetto, composizione e geo-morfologia.
Come tra l’altro evidenzia lo stesso GIP nel decreto di sequestro preventivo “la polizia giudiziaria accertava l’ottava violazione dei sigilli sempre commessa dalla legale rappresentante della società di costruzioni, in concorso con altri indagati, finalizzata all’illecito prosieguo dell’attività estrattiva, peraltro in violazione dello strumento urbanistico”.
Nel corso delle attività si è proceduto al sequestro preventivo di due aree di cava di estensione complesiva pari a circa 543.000mq -di cui circa 157.000mq destinati a discarica abusiva di rifiuti speciali-, nonché di tre impianti di frantumazione, un impianto di confezionamento calcestruzzi, di palazzine uffici, mezzi meccanici, escavatori, betoniere ed autocarri, per un presumibile valore d’insieme dei beni sequestrati di alcuni milioni di euro.
I Carabinieri hanno anche eseguito Decreto di Perquisizione Locale e Personale emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno nei confronti dei sette principali indagati.