Mrabet Nezar resta in carcere. Nonostante il Gip del tribunale di Vallo della Lucania non abbia infatti convalidato il fermo poiché non sussiste il pericolo di fuga, per la gravità del fatto ha comunque disposto la misura cautelare in carcere del 25enne di origini italo­tunisine, difeso dall’avvocato Antonio Mondelli, per l’omicidio di Marco Borrelli, giovane ventenne di Agropoli, nel salernitano. L’accusa è di omicidio volontario premeditato.

Nezar, reo confesso, era stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Agropoli, diretta dal capitano Francesco Manna, venerdì scorso, un paio di ore dopo il ritrovamento del cadavere di Marco Borrelli. Dopo l’arresto, aveva spiegato agli inquirenti di aver incontrato Borrelli giovedì sera. Al centro dell’incontro, il rapporto nato da poco tra il giovane agropolese e la ex fidanzata di Nezar, dalla quale il tunisino aveva avuto due figli. L’incontro sarebbe presto degenerato in una colluttazione durante la quale Nezar ha estratto un coltello da una tasca colpendolo a morte Borrelli alla gola. Ma per gli inquirenti non si tratterebbe di un delitto di impulso, bensì di un vero e proprio omicidio pianificato. E mentre proprio in questa direzione puntano le indagini delle forze dell’ordine, domani sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Marco Borrelli dalla quale potrebbero emergere elementi utili a chiarire la dinamica del delitto.

 

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