«Non devi fare così, devi scendere più giù… Ti faccio vedere». Non solo imponeva flessioni ai suoi studenti, ma pretendeva anche che le facessero bene. Anche due minuti erano da ritenersi un «ritardo». E per questo non vi erano scusanti: la punizione era quella di fare delle flessioni in reparto davanti a tutti i colleghi e poi di pagare la colazione a tutti al bar dell’ospedale. Un po’ come nelle scuole militari americane. Il prof lo chiedeva ai suoi specializzandi ma applicava la stessa regola anche per se stesso, dicono alcuni studenti. La pensava così, secondo una denuncia presentata via dall’Associazione Liberi Specializzandi – Fattore 2a al rettore dell’Ateneo salernitano, il professore Nicola Maffulli, direttore della Scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Salerno, ora rimosso dall’incarico e sottoposto a ben due inchieste interne di tipo disciplinare, una dell’Università e l’altra dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. È stata inoltrata lo scorso 31 marzo dall’associazione nazionale che si pone, tra gli obiettivi, quella di supportare tutti i giovani medici in un percorso di crescita professionale. E, nella stessa giornata è arrivata la risposta del rettore Vincenzo Loia, con una lettera nella quale veniva annunciato che sarebbero stati effettuati «tutti gli opportuni approfondimenti». Detto, fatto. Loia ha, difatti, inviato al direttore del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria-Dipmed la richiesta di una relazione dettagliata sui fatti segnalati, riservandosi, a seguito delle dovute verifiche, eventuali altre azioni. «Allo stato attuale – spiega l’università salernitana. Il rettore, nella giornata di ieri, ha difatti dichiarato, di voler chiudere questa istruttoria entro la fine della settimana. Il passaggio successivo è stato del direttore del Dipmed il quale ha nominato un’apposita commissione di verifica e ha contestualmente avocato a sé la direzione della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Salerno.
«Della vicenda è stato informato anche il ministero dell’Università e della Ricerca», si legge in una nota dell’ateneo. Una seconda denuncia è stata invece avviata dall’azienda ospedaliera. Il direttore generale Vincenzo D’Amato, ha difatti giudicato «inaccettabile quanto avvenuto». Soddisfazione è stata invece espressa dal’associazione dalla pagina facebook di Fattore 2a – dove il docente è stato soprannominato «dottor piegamenti» – si legge di grande gioia per «aver alzato il velo di silenzio su una grave ingiustizia». Secondo alcuni specializzandi, il professore era molto rigido: pretendeva il rispetto degli orario di ingresso in reparto (le 6.30 del mattino), quindi abbigliamento idoneo, giacca e cravatta. Tra gli studenti circola anche un altro aneddoto: un suo studente si sarebbe fatto operare da un altro medico e lui, venuto a conoscenza del fatto, lo avrebbe invitato a lasciare il suo corso di specializzazione ed andare altrove. I legali del professor Maffulli, gli avvocati Luca Imposimato e Antonio Musio, in una nota hanno sottolineato che il direttore «chiarirà la propria posizione nelle sedi ufficiali, in modo da non alimentare inutili processi mediatici». «Ad ogni modo – scrivono – si intende porre l’attenzione sulla strumentalità, da parte di alcuni, nell’utilizzare immagini avulse dal proprio contesto e dichiarazioni prive di fonte, manipolando la percezione dei fatti, mettendo in moto la cosiddetta macchina del fango sul professore Maffulli, danneggiando anche gli stessi specializzandi». Il docente nella giornata di ieri ha avuto un incontro con le Istituzioni sanitarie ma, nei prossimi giorni, tornerà a chiarire la sua posizione.