Le ustioni per oltre il 40% del corpo (soprattutto agli arti inferiori) ma anche quelle delle vie aeree, tra i polmoni e la gola, hanno spento le speranze di sopravvivenza di Giuliana Del Grosso. La donna di 58 anni (docente di matematica e scienze dell’istituto “Matteo Mari”) che il giorno dell’Epifania all’alba avrebbe tentato di spegnere l’incendio divampato all’interno della sua abitazione di via Posidonia, nella centralissima Torrione, non ce l’ha fatta. È deceduta ieri all’ospedale Cardarelli di Napoli dove era stava ricoverata subito dopo il terribile incidente domestico: prima la corsa al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di via San Leonardo, poi il trasferimento d’urgenza proprio nel reparto per la grandi ustioni del nosocomio partenopeo. Più di dieci giorni di ricovero e qualsiasi tentativo di rianimazione da parte dei medici non sono serviti ad evitare il tragico epilogo per la donna che ha lasciato il marito e il figlio tredicenne, rimasti illesi dopo lo scoppio dell’incendio. Carbonizzate – dunque – le vie aeree, ampie le ustioni agli arti inferiori: un primo miglioramento proprio qualche giorno fa aveva permesso ai medici di disporre la rimozione della strumentazione utile alla respirazione “artificiale”, poi la brusca e ripida discesa nella notte tra domenica e lunedì. Pochi giorni fa la casa dove era avvenuto l’incendio era stata considerata nuovamente agibile dai vigili del fuoco. Rimane in piedi l’ipotesi di un corto circuito dell’albero di Natale. Furono gli operatori di Salerno Pulita a dare l’allarme all’alba vedendo il fumo fuoriuscire dal balcone. Erano – infatti – in servizio per le strade di Torrione. Alla vista del fumo che usciva dal balcone, i lavoratori ebbero la prontezza di chiamare i vigili del fuoco sollecitando l’intervento, considerata la situazione già emergenziale. «Un plauso ai lavoratori protagonisti di un gesto di cittadinanza attiva – aveva dichiarato Antonio Capezzuto segretario generale Fp Cgil Salerno in una nota – che hanno evitato che la situazione potesse degenerare e trasformarsi in tragedia. Infatti, non é la prima volta che si sono ritrovati ad intervenire in situazioni delicate». Poi la corsa in ospedale. Subito dopo il ricovero a Napoli – intanto – le condizioni della donna sono sembrate preoccupanti: non solo per la scottatura della superficie cutanea ma soprattutto quelle interne dovute a quanto inalato. Il materiale “incandescente” respirato aveva – infatti – provocato l’edema a laringe e trachea. Lutto nella scuola dove insegnava la docente e dove le maestre e l’attuale dirigente scolastica – Mirella Amato – si riunivano in preghiera ogni sera per tenere accesa la luce della speranza ed evitare di arrivare – purtroppo – al tragico epilogo. Secondo quanti la avevano conosciuta soprattutto in ambito professionale era «una donna ed una docente esemplare, viviamo un grande dolore». L’insegnante ha lasciato un ricordo indelebile anche in chi in quella scuola non è più presente, come l’ex dirigente scolastica Flavia Petti che ha avuto modo di collaborare con lei dal 2018, da quando aveva cominciato la sua “avventura” tra i banchi dell’istituto di Torrione: «Era una persona energica, premurosa e meticolosa, sempre attenta e vogliosa di fare al meglio le cose della scuola cui si era dedicata con tutta se stessa. Sono sconvolta, ho ancora la sua voce nella mente: non pensavo che la situazione potesse precipitare così».